L’Ex Civis e Officina Pasolini devono resistere ai meccanismi della politica: l’accordo di marzo 2022 raccontato dal consigliere regionale Claudio Marotta

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Ultimi giorni prima delle vacanze di Natale, praticamente una vita fa. In Regione c’è fermento per l’approvazione del bilancio e la politica si sviluppa in quelle aule tra proposte, emendamenti e bracci di ferro partitici. 

Un mese prima, più o meno, avevamo pubblicato la notizia riguardante il complesso Ex Civis, lo studentato da circa 400 posti letto, l’Officina Pasolini e il Teatro Eduardo de Filippo. A marzo 2022 la Regione Lazio rinunciò al possesso di questi spazi su pressioni del Ministero degli Esteri, in piena emergenza abitativa e crisi del diritto allo studio. 

Questa notizia è rimasta taciuta per un anno e mezzo, finché la nostra indagine è riuscita a svelare i dettagli di un accordo “scellerato”. Da lì si è generata una reazione a catena: grandi testate hanno ripreso la notizia e c’è stata l’ammirevole presa di posizione di Tosca, direttrice di Officina Pasolini, alla quale si è accodata parte del mondo dell’arte: Daniele Silvestri, Massimiliano Bruno, Rocco Papaleo e molti altri. Oggi c’è anche una raccolta firma che punta a salvare il complesso Ex Civis da questo folle destino.

Siamo stati in Regione per fare una chiacchierata con Claudio Marotta, consigliere di Verdi e Sinistra, che si è esposto sulla questione subito dopo l’uscita del nostro articolo. Il motivo è semplice: Officina Pasolini è un posto che Marotta ha visto nascere.  

«È un progetto che ho visto sviluppare durante il primo mandato Zingaretti, era il 2013, sotto la guida del mio amico Massimiliano Smeriglio allora Vicepresidente regionale e Assessore alla Formazione. Durante quegli anni sono state realizzate una serie di operazioni virtuose grazie all’utilizzo del Fondo Sociale Europeo».

Le operazioni virtuose di cui parla Marotta, effettivamente riguardano una certa attenzione che la prima amministrazione Zingaretti ha avuto nei confronti di tutto ciò che riguarda il diritto allo studio. 

«Quando parliamo di diritto alla conoscenza, parliamo di tutte quelle misure necessarie per garantire il godimento di tale diritto. Sono stati raggiunti grandissimi risultati, uno su tutti, va ricordato, è stato l’eliminazione di quella odiosa categoria che sono gli idonei non beneficiari delle borse di studio».

Nella collaborazione tra DiSCo e Regione Lazio, quella amministrazione riuscì a raggiungere diversi obiettivi in termini di ampliamento del diritto alla conoscenza: furono riaperti alcuni studentati (in quegli anni rinasce anche lo studentato in via Cesare De Lollis) e fu creata la scuola di alta formazione artistica Officina Pasolini.

Come dice Marotta, questa iniziativa si inserisce all’interno in un grande piano di tutela del diritto allo studio, attingendo alle risorse del Fondo Sociale Europeo. 

«Proprio grazie alle risorse europee, il progetto di eccellenza Officina Pasolini ha potuto prendere vita in una forma stabile presso gli spazi dell’Ex Civis, per troppo tempo lasciati in buona parte abbandonati». 

È così, infatti, che inizia a formarsi un hub culturale che abbiamo potuto apprezzare per anni: un luogo che univa una scuola di alta formazione artistica ad un teatro storico in un complesso che comprendeva centinaia di posti letto, molti dei quali dovevano essere rimessi in funzione. 

La storia che racconta Marotta è così bella che sembra una favola. Eppure, se la prima giunta Zingaretti fu capace di un’operazione di questo livello, cosa è successo ad un certo punto? Perché quel complesso dovrà essere trasformato in uffici, sale conferenza e parcheggi?

«La vicenda dell’Ex Civis riflette un tema con cui la politica è sempre chiamata confrontarsi ovvero il rapporto con l’apparato burocratico. Aldilà della fattispecie, direi più in generale che contrastare l’inerzia delle burocrazie, cambiargli di segno, contenerne il potere di indirizzo, è un esercizio su cui la seconda Giunta Zingaretti sembra aver registrato maggiori difficoltà. Per dirla in modo semplice: credo che sia mancata la forza di difendere quella progettualità, un fiore all’occhiello della nostra città, cedendo alle pressioni di qualche burocrate del Ministero degli esteri che preferisce un centro convegni al posto della Pasolini».

Del resto, Roma è piena di posti dove poter costruire uffici e aule conferenze. Mancano, invece, studentati; sarebbe giusto ristrutturare quelli abbondanti come l’Ex Civis piuttosto che avviare nuovi progetti di costruzione senza data d’inizio né di fine per la costruzione. Ricordiamo, infatti, che nell’accordo è prevista la ricostruzione dello studentato presso l’ex Ospedale Santa Maria della Pietà, ma nella migliore delle ipotesi i posti letto non sarebbero disponibili prima del 2026/2027.

«Bisogna faticare tanto per tenere in vita posti del genere, soprattutto se l’apparato burocratico del Ministero ci ha messo gli occhi sopra. La Regione è stata forte nel creare quel progetto, forse un po’ meno nel difenderlo». 

In un momento del genere, con gli affitti alle stelle che calpestano il diritto allo studio, è doveroso imporsi per invertire il destino del Complesso Ex Civis.

«Proprio in questi giorni stiamo lavorando per chiedere all’Assessore Schiboni maggiori risorse per le borse di studio e per gli alloggi degli studenti fuori sede»

È chiaro che quell’accordo non ha nessun motivo per essere difeso, seppure qualcuno, come il Ministro Tajani, lo ha definito conveniente dichiarandosi in piena continuità Zingaretti e Di Maio, i vertici delle istituzioni in causa al tempo dell’accordo. 

Alcuni dietrofront sono arrivati, invece, dal PD Campidoglio e lo stesso Rocca, attuale Presidente della Regione Lazio con una maggioranza di centrodestra, ha espresso vicinanza alla Officina Pasolini che, nella triangolazione prevista dall’accordo, perderebbe un teatro storico e centinaia di metri quadrati. 

«L’Ex Civis si è trasformato in questi anni in un polo culturale attrattivo e sarebbe doloroso perderlo in questo modo. Il Presidente Rocca ha preso carte firmate dalla precedente amministrazione, è vero, ed ha anche espresso la sua vicinanza a questo presidio culturale. Bisogna capire se mettendo insieme il Sindaco e il Presidente di Regione si riesce a creare una pressione politica tale che possa indurre il Ministero degli esteri a un ripensamento su quegli spazi».

Marotta chiude con un commento che la dice lunga su come si fa politica, senza abbassare mai la guardia: 

«Alcuni progetti hanno bisogno di spinte dal basso per essere mantenuti in vita; questo dell’Ex Civis e di Officina Pasolini è un file su cui si è evidentemente lavorato a fari spenti, probabilmente sotto pressione di qualche altolocato ufficio ministeriale. Ora è necessario alzare la voce, e che lo faccia anche la politica. La comprensione di Rocca non basta più, ora bisogna trovare soluzioni adeguate, su cui tutti siamo chiamati a dare un contributo fattivo». 

Certo è che la nostra indagine e la conseguente mobilitazione studentesca hanno acceso i riflettori su tutta la questione: in molti ora sanno che questo accordo deve essere invertito.

Anche il Presidente Mattarella ritiene la questione “alloggi per gli studenti” un problema di alta priorità nazionale; un suo aiuto potrebbe essere fondamentale per far riflettere il Ministero sulla reale convenienza di questo accordo. 

Autore

Matteo Fantozzi

Matteo Fantozzi

Direttore Responsabile

Matteo, classe 1997. Non avevo mai provato il disagio di creare una bio finché non ho dovuto scrivere la mia. Se ti dico qualcosa, credimi. Non sono un bugiardo e non voglio fare il giornalista.

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