Sono trascorsi più di vent’anni dalla messa in onda della prima puntata della serie tv cult Friends, eppure riesce ad essere ancora prepotentemente attuale e parte della nostra quotidianità.
Un esempio? Complice il ritorno in voga degli anni ’90 nella moda, l’azienda di abbigliamento H&M ha recentemente lanciato una linea interamente dedicata alla sitcom: dalle felpe con l’emblematico logo alle t-shirt con foto dell’intero cast che gusta frappè e coppe di gelato – e gli incredibili colpi di sole di Jennifer Aniston. Soltanto un anno fa, invece, in occasione dei 25 anni della serie, 30 copie del divano più amato della tv sono andate in tour in giro per il mondo: dall’Empire State Building al London Eye, fino alla Fontana del Tritone a Roma, seconda tappa italiana compiuta dal sofà, dopo Venezia.
Ancora, da fine ottobre, è disponibile in libreria e sui principali store online Friends: Il ricettario ufficiale, la guida di Panini Comics, contenente 70 ricette dei piatti preparati dagli attori negli episodi.
Ma perché le vicende di sei amici che vivono a New York nello stesso palazzo hanno riscosso tanto successo e sono ancora capaci di generare un tale “effetto buzz”? E in che modo Friends ha rivoluzionato i meccanismi della serialità televisiva?
La serie viene considerata un prodotto dalla portata rivoluzionaria, perché capace di introdurre una nuova logica comedy e di tracciare, in via definitiva, un’ontologia della sitcom pre e post-Friends. Viene settato, innanzitutto, un nuovo criterio di umorismo per cui, secondo meccanismi inediti che scardinano la narrazione celebrativa, cinismo e gesti scorretti dei protagonisti vengono poi bilanciati da sentimenti autentici, in cui lo spettatore ha possibilità di riconoscersi. Si inaugura così il processo di passaggio dalla serialità televisiva alla neoserie contemporanea, i cui personaggi incarnano sempre di più profili amorali capaci di esercitare in ogni caso il loro vettore seduttivo, che risiede ora nella genialità, ora nella autentica sentimentalità.
Nell’ironia della quotidianità e nella potenza comunicativa della verità, Friends trova la sua forza mostrando, tra una battuta e l’altra, i grandi miti degli anni ’90.
Ne è una prova il fatto che il primo episodio – quello pilota – abbia inizio in medias res, ovvero catapultando lo spettatore a vicenda già iniziata, presentando i personaggi direttamente attraverso un dialogo all’interno del famoso pub che, insieme al divano, è elemento cardine della costruzione narrativa. Si ripetono i luoghi e si ripetono le frasi, che definiscono il carattere dei personaggi: le azioni vengono sempre raccontate e i dialoghi non mancano di allusioni ad argomenti catchy, come il rapporto di coppia o il sesso, seppur in modo edulcorato.
Altro punto di forza della serie è sicuramente il rapporto instaurato tra gli attori protagonisti nel corso dei dieci anni di riprese: un’amicizia autentica nata tra le mura di quei set, capace di appassionare tanti spettatori per l’intera durata delle stagioni. Un legame tanto vero da essere celebrato, in occasione dell’apertura del proprio profilo personale su Instagram, dalla stessa Jennifer Aniston che, come prima foto, ha scelto di pubblicarne una che la ritrae con gli altri membri del cast e che ha ottenuto oltre 12 milioni di like, un successo senza precedenti.
Cosa aggiungere? “I’ll be there for you, ‘cause you’re there for me too”.
Autore
