Il suo cinismo, le strane ossessioni e le sue stravaganze hanno reso sicuramente Quentin Tarantino uno dei registi più amati dalle nuove generazioni, facendolo diventare, a tutti gli effetti, uno dei precursori della nuova Hollywood e del nuovo cinema moderno. Stravagante, sanguinoso, eccentrico, sono solo alcuni degli aggettivi con cui è stato definito il regista, sceneggiatore e attore americano.
In un mondo in cui il ruolo del regista è molto spesso offuscato dalle proprie opere e il loro nome è messo in secondo piano, subordinato a quello dei grandi attori, c’è chi come Quentin Tarantino rappresenta le proprie opere più di chiunque altro. Sono pochi i registi che possono vantarsi di curare sia la regia che la sceneggiatura: Tarantino è uno di questi.
La sua avventura nel mondo del cinema comincia nel 1984 in California. Da sempre appassionato del grande schermo, cominciò a lavorare in una videoteca per 200$ a settimana acquisendo una conoscenza maniacale di film stranieri e americani. Otto anni dopo, nel 1992, con un budget quasi irrilevante esce nelle sale il suo primo film: Le Iene, che incasserà milioni di dollari.
Ma quali sono i dettagli utili a riconoscere lo stile di Quentin Tarantino? Quali sono gli ingredienti che contraddistinguono una sua opera? Preparate i popcorn e vediamone alcuni insieme.
Le influenze del cinema straniero
Certamente tra le caratteristiche dei film tarantiniani vanno considerate le influenze che nel corso della sua “gavetta” lo hanno formato, guardando i suoi film preferiti e studiando lo stile di regia dai suoi più amati. Primo tra tutti è Sergio Leone, che con le sue pellicole del genere Spaghetti-Western ha senza dubbio influito in vari film targati Tarantino: Django Unchained (2012) davanti a tutti. Altri italiani dello stesso genere sono stati citati come influenze più di una volta dal regista di Hollywood: Sergio Corbucci, Umberto Lenzi e Antonio Margheriti (citato anche in Bastardi senza gloria).
In Kill Bill: Volume 1 (2003) e Kill Bill: Volume 2 (2004) ritroviamo lo stile dei Yakuza Movie e del cinema d’azione di Hong Kong, che dimostra l’evidente passione di Tarantino per la cultura asiatica. Così come nel film Grindhouse – A prova di morte (2007) rivediamo i famosi B Movie.
La revisione degli eventi storici
Tarantino segue l’ideale di Truffaut secondo cui tra la menzogna organizzata e la realtà confusa, si va sempre per la menzogna organizzata. Ritroviamo perciò in più di un film di Tarantino, un cambiamento radicale dai reali avvenimenti accaduti nella storia. Esempio lampante è quello di Bastardi senza gloria (2009) dove il regista mette fine alla Seconda Guerra Mondiale con un attentato in un cinema a Parigi, nel quale morirà Hitler e i suoi ufficiali. Un altro esempio è quello di C’era una volta a… Hollywood (2019), l’ultimo film di Tarantino, in cui modifica il finale di uno degli eventi più macabri degli anni ’60: l’omicidio di Cielo Drive.
Insomma, Quentin Tarantino non si è mai fatto scrupoli a riscrivere la storia con la forza del cinema
Le Red Apple e l’ossessione per i piedi
Il brand di tabacco Red Apple è stato inventato proprio dal regista ed inserito come “easter egg” in quasi tutti i suoi film. Il marchio è stato inserito per primo nel film del 1994 Pulp Fiction, per poi apparire sotto forma di sigarette e di cartelloni pubblicitari in Kill Bill: Volume 1, Bastardi senza gloria, The Hateful Eight (2015) e C’era una volta a… Hollywood. Ogni personaggio tarantiniano che si rispetti, fuma Red Apple.
Insieme al tabacco Red Apple, i piedi sono per Tarantino uno strumento chiave dei suoi film, diventando anch’essi una firma autoriale del regista. Possiamo definirlo quasi un fetish quello di Tarantino, che comincia con i piedi di Mia Wallace (Uma Thurman) in Pulp Fiction, fino ad arrivare a quelli di Sharon Tate (Margot Robbie) e la hyppie Pussicat (Margaret Qualley) in C’era una volta a… Hollywood.
I fiumi di sangue
Il sangue e la violenza sono per Tarantino gli elementi più importanti delle sue pellicole. Il regista non ha mai negato la sua passione per l’uso della violenza nei film, trasformata in qualcosa di leggero, ironico e quasi divertente. Il sangue ha una sua autonomia visiva, e il rosso diventa il colore principale dei film di Tarantino. Ma nonostante la quantità eccessiva di sangue nelle scene violente dei suoi film, il regista lo accoppia sempre con una musica leggera o con scene ironiche, ammortizzando così la crudeltà e rendendola a tratti innocua. Come esempio prendiamo il film Le Iene: nella scena in cui Mister Blonde (Micheal Madsen) taglia l’orecchio al poliziotto torturato, Tarantino inserisce il brano Stock in the middle with you, rendendo la scena più divertente di quello che sembri.
Autore
Classe ‘98 come Mbappè, Totó e Leopardi. Cresciuto a Priverno in un piccolo paese in provincia di Latina. Mi piace il cinema, la musica e il calcio. Eterno indeciso (ho speso un sacco di tempo per scegliere la foto).