Il suicidio di Matteo Concetti in carcere poteva essere evitato

0% Complete

È Andrea Delmastro Delle Vedove a occuparsi di carcere. Sottosegretario alla Giustizia, da novembre 2022 affianca il Ministro della Giustizia Carlo Nordio. Eppure, qualche ora prima del suicidio di Matteo Concetti, sua madre, Roberta Faraglia, si è rivolta alla senatrice Ilaria Cucchi, chiedendole di intervenire in prima persona, data l’assenza delle istituzioni.

Il 28 dicembre la famiglia Concetti, tramite il suo avvocato, aveva inviato una pec alla struttura carceraria per chiedere un colloquio urgente circa la terapia medica somministrata al ragazzo. La rappresentante legale, Cinzia Casciani, aveva avvertito gli istinti suicidi di Matteo Concetti. Il carcere di Montacuto di Ancona, quindi, ne era a conoscenza: nella mail, infatti, Matteo veniva descritto come «un soggetto fragile e di interesse psichiatrico che già una volta aveva tentato il suicidio».

Il ventitreenne aveva aggredito un agente e, per questo motivo, era stato rinchiuso in una cella di
isolamento, nonostante la sua patologia. Inizialmente, dunque, gli era stata inflitta una pena alternativa: lavorava in una pizzeria con l’obbligo di rientro a casa entro una determinata ora. A causa di un leggero ritardo, il giudice aveva stabilito il suo ritorno in carcere. Se nell’istituto penitenziario di Fermo il suo equilibrio sembrava reggere, in quello di Ancona la situazione psicologica era peggiorata.

Al ragazzo, infatti, all’età di quindici anni era stato diagnosticato un disturbo bipolare. Per questo, già da qualche tempo, gli era stato assegnato un amministratore di sostegno, il cui compito è generalmente quello di tutelare gli interessi e i bisogni di chi non può provvedere a se stesso.

Concetti diceva di star male da giorni e più volte aveva minacciato il suicidio agli agenti e a sua madre, qualora lo avessero ricondannato all’isolamento. A questo proposito, come raccontato da Roberta Faraglia, suo figlio aveva paura di quella cella. Senza finestre e fredda, indossava due pantaloni e si era già procurato tagli sulle braccia; senza forze da settimane, chiedeva di essere portato in ospedale o in una clinica psichiatrica. Non gli agenti nè l’infermiere del carcere o il cappellano e gli avvocati hanno accolto le richieste di aiuto.

Il 5 gennaio, otto mesi prima della conclusione della pena, Matteo Concetti si impiccato in cella a 23 anni.

Matteo Concetti è il primo ragazzo morto suicida nelle carceri del 2024. Lo scorso anno sono state 68 le persone a togliersi la vita: un numero venti volte superiore rispetto a quanto accade al di fuori degli istituti penitenziari, secondo i dati di Antigone. 

Il 10% dei detenuti ha problemi psichiatrici e uno su tre fa uso di antipsicotici o antidepressivi. Le ore di aiuto psichiatrico sono circa dieci a settimana ogni cento detenuti, mentre diciotto sono quelle che vengono loro riservate per il sostegno psicologico. Il 42,4% delle persone detenute riceve sedativi, mancando il personale esperto. Nello specifico, ad Ancona non ci sono i dovuti reparti per detenuti con disturbi psichici: a questi, infatti, dovrebbero essere riservate le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (REMS), ad oggi poche e con altrettanto scarsi posti disponibili. 

Il governo Meloni sta attuando politiche lontane da quanto sottoscritto dal Paese nel corso della sua storia, in merito al rispetto dei diritti e della dignità di ogni persona. Lo dimostra il pacchetto sicurezza, con il suo inasprimento delle pene, la moltiplicazione delle ipotesi di reato, tra cui quello di rivolta in carcere, e quell’amichevole e, per questo, inammissibile rapporto tra Delmastro e il corpo della polizia penitenziaria. Quest’ultima è l’addetta alla sorveglianza dei detenuti e dipende dal Ministero della Giustizia. Il suo ufficio è il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria la cui competenza è stata attribuita dal Ministro Carlo Nordio a Delmastro. 

Scortato da quando, nel 2023, il governo ha temuto per la sua incolumità a seguito di alcune proteste a sostegno dello sciopero della fame di Alfredo Cospito contro il regime 41-bis, raramente una scorta è composta da agenti della polizia penitenziaria. Ma questo non vale per il Sottosegretario. Il capo della sua scorta, Pablito Morello, non solo ne fa parte ma è anche l’ex rappresentante locale del SINAPPE, il sindacato autonomo di polizia per cui Delmastro ha portato avanti numerose battaglie. Inoltre, è un suo vecchio compagno di partito. Nel 2023, Morello, infatti, aderisce con Delmastro alla sezione di Fratelli d’Italia di Biella. 

Molte delle cene a cui il corpo della polizia penitenziaria ha partecipato sono finite con un brindisi per l’abolizione del reato di tortura, come accaduto a Biella quando alcuni agenti del carcere, sospesi con l’accusa di tortura di Stato, sono stati reintegrati in servizio. 

Dopo una visita al carcere di Viterbo “Mammagialla”, noto per le inchieste della magistratura circa i maltrattamenti perpetrati ai danni delle persone detenute e dalle stesse denunciati, Delmastro non ha esitato a chiarire la sua linea: da un lato, il ripristino dell’ordine, della legalità e della sicurezza; dall’altro, l’abrogazione del reato di tortura che comprometterebbe la possibilità di difesa delle forze dell’ordine. 

Il voluto mancato rispetto della legalità costituzionale, dei diritti umani, politici e civili, ma anche degli obblighi internazionali è un rumoroso campanello d’allarme per la tenuta di una democrazia.  

(fonte: Il Resto del Carlino)

Tanti possono essere i motivi che spiegano la scelta della famiglia Concetti di rivolgersi a Ilaria Cucchi, senatrice dal 2022 e membro dell’Alleanza Verdi e Sinistra. In primis, l’esemplarità del suo vissuto. Cucchi è riconosciuta come quella persona a cui affidarsi, avendo affrontato con dignità il dolore dell’omicidio di suo fratello Stefano e lottato con perseveranza contro le ingiustizie perpetrate dallo Stato lungo la strada della ricerca della verità. Avendo vissuto una storia simile a molte altre, Ilaria Cucchi è, dunque, anche un target a cui aspirare, avendo ottenuto giustizia dopo anni di lotta.

Con il suo operato e la sua rappresentanza, come punto di riferimento per famiglie e detenuti, riempie un vuoto istituzionale. Una sola persona in luogo di un governo assente e, se presente, violento, che avrebbe un’altra forza e un altro peso specifico per garantire il rispetto, le cure e il pronto intervento verso le persone detenute.

Autori

Giorgia Cecca

Giorgia Cecca

Autrice

Sono atea ma ho vissuto dalle suore. Sono di sinistra ma una volta ho votato PD. Non mi piace la monotonia ma guardo spesso i film di Nanni Moretti. Piango mentre leggo Mattia Torre perché è la persona che mi fa più ridere. Guido una Vespa perché ho visto troppe volte Caro diario. Sempre per quella questione della monotonia. Che, forse, non mi piace.

Delia Starace

Delia Starace

Autrice

Collabora con noi

Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine

Se pensi che Generazione sia il tuo mondo non esitare a contattarci compilando il form qui sotto!

    Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi