Il dito di Dio e l’inchino dell’uomo

Dieci anni dopo la tragedia della Concordia, il podcast di Pablo Trincia dà voce ai protagonisti di questa storia

0% Complete

Il dito di Dio è un podcast che parte dalla fine. È una tragedia che svela fin da subito il finale, perché, forse, è l’unico elemento che abbiamo imparato a comprendere nel corso di questi dieci anni. La voce del sommozzatore, con cui inizia questo racconto vocale, ci impressiona ma non ci stupisce. Il ritrovamento di «mummie bianche come il gesso e delicate come la carta» ci commuove ma non ci sconvolge. Sarà incredibile, allora, tramite le voci dei protagonisti di questa storia, comprendere come di una tragedia cerchiamo sempre di conoscere la morte e mai la vita. Sarà incredibile, allora, comprendere che in quanto tragedia umana, una tragedia che presenta una convergenza di elementi così improbabili da sembrare assurdi, essa sia una storia di uomini, delle loro scelte, e dei loro errori.

4229, un numero che non abbiamo saputo raccontare fino ad oggi

Pablo Trincia e la coautrice Debora Campanella decidono di mettere la storia della vita al di sopra di quella della morte; la storia dei passeggeri e dei diversi lavoratori all’interno della crociera, al di sopra di quella del suo comandante; la storia degli abitanti di quell’immenso villaggio galleggiante, al di sopra della storia del villaggio stesso. Storia che è stata seguita più dei suoi abitanti. Il racconto del suo risollevamento e il suo arrivo al porto di Genova ha fatto più scalpore che le storie narrate in questo podcast: famiglie distrutte; rapporti lacerati e un padre e una figlia dispersi nel mare. I 290 metri di lunghezza, i 35 metri di larghezza, i suoi 14 ponti, le sue 1500 cabine, i suoi 5 ristoranti, i suoi 13 bar e la sua stessa stazza di 114000 tonnellate sono informazioni che ci sono state riproposte più volte durante i lavori di risollevamento. Il numero che abbiamo sentito meno, invece, è 4229. Il numero delle vite stravolte. Alcune di loro, adesso, hanno una voce, che ci racconta tutto. Viene allora da chiedersi: abbiamo mai capito fino in fondo questa tragedia? Siamo mai stati in grado di raccontarla, veramente?

Il centro non è più il naufragio ma i suoi naufraghi.

Pablo Trincia ci fa conoscere questa tragedia tramite le persone, tramite vite umane che si intrecciano in un unico punto, in un preciso momento della loro storia: la notte di venerdì 13 gennaio 2012. Questo podcast non è tanto la storia di un naufragio che per una coincidenza inquietante avviene un secolo esatto dopo quello del Titanic, che per una coincidenza inquietante avviene per un errore umano, per un’imprudenza inutile, per dimostrare qualcosa a qualcuno: un inchino alla propria amante? Un inchino per omaggiare una mamma? O, nel caso del 1912, un trionfo con l’arrivo in America in tempi record? Questo podcast è il racconto dei suoi naufraghi: delle loro caratteristiche, del loro passato e delle coincidenze che li hanno portati ad assistere e subire la tragedia, quella notte, tutti nella stessa nave. Quello che accomuna maggiormente le due storie, Concordia e Titanic, non è tanto l’errore umano, quanto il comportamento dei singoli. La reazione e le azioni, le decisioni e le scelte di chi ha subito errori altrui e di chi li ha commessi. Uomini che di fronte alla paura si riscoprono fragili e codardi; altri uomini che fanno di tutto per salvare, aiutare. Donne che pregano, bambini che piangono e uomini che si lasciano andare al proprio destino, ormai troppo deboli, troppo fragili oppure, talvolta, troppo generosi.

L’ultima puntata

Questa notte, alle 00:05, è uscita l’ultima puntata del podcast. Si intitola: In Memoriam. Vuole essere un monito: non smettere mai di ricordare, dare voce alle storie, non solo questa, ma anche quelle che non siamo riusciti a raccontare. Nello stesso mar Mediterraneo, c’è stato un altro naufragio che ha visto quasi lo stesso numero di morti: l’incendio del Norman Atlantic, nel 2014. Nell’ultima puntata si dà voce anche a questa vicenda, ci affezioniamo così ad un altro naufrago e ad un’altra storia. Nell’arco delle nove puntate, entriamo quindi in

Un piccolo mondo con il campionario completo dei comportamenti del genere umano. Coraggio, istinto di sopravvivenza, altruismo, rabbia, codardia, perseveranza, dolore, smarrimento. Il fantasma di quella nave ci racconta chi siamo.

Pablo Trincia, intervistato da Gianluca Monastra per Il venerdì di Repubblica, 7 gennaio 2022, numero 1764, p. 19.

Il dito di Dio

Un ingegnere che lavorava al sollevamento della nave affermerà che un importante elemento che ha permesso il salvataggio di tante persone, nonostante la piena disorganizzazione interna, con un capitano che ha abbandonato la nave per poi affermare essere «caduto in una scialuppa», sia dato dal fatto che, grazie alla mancanza di propulsione, le correnti e il vento avessero spinto l’imbarcazione verso l’isola, raggiungendo il terrazzamento su cui si era adagiata. Viene quasi da chiedersi come sarebbe andata se venti e correnti avessero spinto la nave verso un’altra direzione. Forse l’Uomo, ancora una volta, deve inchinarsi, ma non davanti ad una scogliera, che, tra l’altro, era ben visibile quella notte; ma a qualcosa di invisibile, di imprevedibile, qualcosa che fa cambiare i venti e le correnti, il caso o il destino, chiamatelo come volete. Qui ha come nome: Il dito di Dio.

Autore

Cresciuta nella campagna piemontese, a Rivalba, ( ti giuro, esiste! ), con la scusa di studiare lettere ho vissuto nella calorosa Roma e nella raffinata Parigi. Scrivo grandi storielle letterarie, ma scrivere il presente e il suo divenire, beh, quella sí che è una gran bella storia che vi vorrei raccontare.

Collabora con noi

Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine

Se pensi che Generazione sia il tuo mondo non esitare a contattarci compilando il form qui sotto!

    Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi