Eliogabalo: l’imperatrice romana transgender

Condannata alla damnatio memoriae a causa dei suoi eccessi, Eliogabalo è considerata una delle prime persone transgender di cui si ha notizia.

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Anche se la storia ne sembra priva, le persone transgender sono sempre esistite, così come il problema dell’identità di genere. È necessario rivendicare queste figure storiche trans, dando loro l’importanza che meritano. Tra gli importanti personaggi storici da ricordare c’è sicuramente Eliogabalo, imperatrice romana transgender.

La terminologia nel tempo è cambiata e si è arricchita, quindi noi utilizzeremo il termine transgender, che va però contestualizzato e letto attraverso una lente culturale e temporale diversa. In ogni caso, per transgender si intende l’individuo che si riconosce nel genere opposto al proprio sesso biologico.

La storia di Eliogabalo

Nata in Siria duemila anni fa con il nome di Sesto Vario Avito Bassiano, è passa alla storia come Eliogabalo, soprannome che deriva da El Gabal, divinità di cui era sacerdotessa. A soli quattordici anni diventa imperatrice di Roma, mostrando da subito il suo animo anticonformista e rivoluzionario. Nasce in un corpo maschile che non sente suo, si identifica come donna e si fa chiamare imperatrice. Considerata anarchica e femminista, si mostra molto attenta alle rappresentanze di genere, per questo fonda un senato di sole donne e permette alla mamma e alla nonna di partecipare alle assemblee senatorie. Queste iniziative non sono ben viste a Roma, il senato femminile è considerato, infatti, moralmente corrotto. Altra decisione che la rende impopolare è costringere l’impero romano a venerare El Gabal – divinità semitica del Sole, a cui è particolarmente devota – come unico Dio. Queste decisioni e altri eccessi non vengono compresi a Roma e la condannano all’esecuzione, dopo soli quattro anni di impero. I senatori, appunto, non vedevano di buon occhio la sua esuberanza, non appoggiavano il senato femminile, non accettavano il culto di un solo Dio, non amavano sentirsi esclusi dal potere politico che, secondo i rappresentanti della Repubblica, veniva riservato ai pochi prediletti dall’imperatrice. I pretoriani dunque, esausti, decidono di eliminarla e lo fanno decapitandola e trascinando il corpo per il Circo Massimo, prima di essere gettato nel Tevere.

È bene, a mio avviso, parlare di Eliogabalo al femminile, considerandola un’imperatrice, nel rispetto della sua volontà di essere donna. Probabilmente gli storici romani non avevano questo tipo di sensibilità, infatti, nei pochi scritti che ci giungono, si parla di Eliogabalo al maschile.

Le storiografie che ne parlano sono poche, questo perché dopo l’uccisione è stata condannata alla damnatio memoriae. Per secoli la sua figura è stata sepolta, gli storici inizialmente hanno dato adito solo agli aspetti negativi di questo stravagante personaggio storico. Dall’Ottocento in poi, però la storia di Eliogabalo è stata rispolverata, approfondita e ristudiata. Basti pensare che Oscar Wilde la cita nel suo Ritratto di Dorian Grey. Nel 2017 inoltre, è stata messa in scena L’Eliogabalo di Francesco Cavalli, all’Opera di Parigi. Si è cercato, quindi, con gli anni di comprendere gli eccessi dell’imperatrice, considerandoli tipici di una politica anarchica e rivoluzionaria e di una devozione religiosa particolarmente forte. 

Particolare di Lawrence Alma-Tadema, Le rose di Eliogabalo, 1888

Un’imperatrice fuori dagli schemi

Come abbiamo già accennato, le fonti sull’imperatrice sono scarse e per lo più negative, tra le più interessanti c’è senza dubbio quella di Cassio Dione, che nelle sue Historiae Romanae scrive che l’imperatrice, identificandosi nel genere femminile, desiderava farsi chiamare signora.

Non chiamarmi signore, sono una signora.

Lo storico romano narra che l’imperatrice vagava per le città e «chiedeva ai medici di creare la vagina di una donna nel suo corpo». Cassio Dione aggiunge, inoltre, che Eliogabalo sarebbe stata disposta ad offrire un’ingente somma di denaro al medico capace di mutare i suoi genitali da maschili a femminili.

Ci troviamo davanti ad una delle prime richieste della storia di cambiare sesso. Probabilmente non è stata l’unica, ma una delle poche testimonianze che ci è giunta. Le descrizioni dettagliate, riportate nei libri di medicina riguardo le procedure mediche volte ad affermare il genere di una persona, ci fanno comprendere quanto, già ai tempi, ci si avvicinava alle questioni di genere.

Sicuramente si trattava di un’imperatrice anticonformista, ma ci si chiede, però, quanto le fonti storiche siano effettivamente vere e, probabilmente, la certezza non l’avremo mai. Molto spesso, durante l’epoca romana, le figure politiche importanti venivano calunniate e per farlo si tendeva ad attaccare proprio la sfera privata e sessuale. In questo caso però, tutte e tre le storiografie che giungono confermano il fatto che fosse transgender.

Spesso si vestiva da Venere, imbellettandosi con gioielli sfarzosi e tessuti preziosi, si radeva la barba, si truccava ed era solita indossare parrucche. Arriva a sposare cinque donne ma anche due uomini e durante le cerimonie recita le formule parlando di sé al femminile, definendosi «moglie e regina».

La sessualità e l’aspetto religioso, in lei, erano profondamente intrecciati, questo a causa della sua cultura orientale; la società romana, però, probabilmente non comprese mai quest’esuberante imperatrice, considerandola scandalosa.

Jean Lombard, Il trionfo di Eliogabalo, 1902

Riporto e condivido il pensiero di Betancourt, storico del primo millennio che afferma: «Vorrei farvi conoscere queste storie, per fornire un canone letterario più approfondito a chi ora cerca altre storie più antiche per comprendere il proprio posto nel mondo, come persona trans o di genere non conforme».

Abbiamo bisogno di testi a sostegno di persone trans, volte a promuovere le storie della varianza di genere, per comprendere il loro ruolo all’interno della storia. Sarebbe giusto creare dei ponti di dialogo e vicinanza, che facciano sentire meno sole queste persone. Sapere di personaggi storici che hanno vissuto la loro vita da transgender, conoscere il passato e il ruolo che le figure trans hanno assunto nella storia, può essere d’aiuto per promuovere la storia dell’identità di genere.

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