Elezioni del 25 settembre, una scatenata dozzina (di Improponibili)

Nostalgici, estremisti, pregiudicati, parenti di, personaggi pubblici, trasformisti: le liste elettorali sono piene di “politici” che non avremmo mai voluto vedere candidati. E invece...

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Manca ormai pochissimo al grande appuntamento del ritorno alle urne, con gli italiani che saranno chiamati alla corsa ai seggi elettorali per votare il prossimo Parlamento. Il 25 settembre, in un solo giorno, verrà definito il futuro politico del Paese. Da una parte e dall’altra, da destra a sinistra passando per Movimento 5 Stelle e Terzo Polo, tanti sono i nomi dei candidati che ambiscono a un posto in Parlamento che, per la prima volta nella storia, ha subito una decisa modifica di deputati e senatori. Ma, nonostante il Parlamento ridotto, i partiti, anche per la legislatura ventura, hanno trovato il modo di candidare i nomi più disparati.

Ci dev’essere, infatti, un male oscuro nei partiti, una sorta di virus ancora non identificato, che obbliga i partiti, (o più spesso i leader di essi) a candidare, ad ogni tornata elettorale, politici che, per un motivo o per un altro, possono essere definiti improponibili. Il termine può sembrare forte, ma la lista che vi proporremo di seguito vi aiuterà a comprendere la nostra perplessità di fronte a questi nomi. 

Nostalgici, estremisti, pregiudicati, parenti di, personaggi pubblici: il guaio è che questo male oscuro non risparmia nessuna lista. Tanto vale non perdere ulteriore tempo e cominciare con l’elenco di nomi. Si partirà da quelli che abbiamo considerato, ancora una volta, i più simpatici.

Forza Italia: nel bene o nel male, purché se ne parli

Eh sì, perché Forza Italia, da sempre avvezza a candidare nomi che poco c’entrano con la politica, anche quest’anno non si è voluta risparmiare e ha candidato come capolista nel proporzionale in Liguria Rita Dalla Chiesa, nota conduttrice tv, figlia del prefetto di Palermo ucciso dalla mafia. Segni particolari di Rita? Nessuno, o forse due: non crede alle sentenze definitive che hanno condannato Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa e non conosce il significato di separazione delle carriere dei magistrati, vedasi gaffe da Annunziata su Rai 3. Strano, la conduzione di Forum pare non esserle stata d’aiuto in merito. 

Da sempre abituato a gaffe di ogni tipo, Claudio Lotito si è presentato in Molise, dove è candidato in un seggio uninominale, dichiarando di non conoscere la regione, ma di avere un nonno di Amatrice. Che non è in Molise, ma Lotito ha avuto modo di chiarire la sua affermazione. Cosa nasconde la candidatura di Lotito? Alcuni hanno pensato a favori di mercato tra Monza e Lazio, poi mai avvenuti, altri credono che il patron della Lazio, certamente uno dei personaggi più ambigui del calcio italiano, stia cercando di tessere rapporti politici per ottenere finalmente la concessione a costruire uno stadio di proprietà per la sua squadra. Staremo a vedere. 

Chi non abbiamo mai visto invece in campagna elettorale è Marta Fascina, attuale compagna del presidente di Forza Italia. La fidanzata di Berlusconi (calabrese e arcorese adottiva) è stata catapultata tra Marsala e Trapani, nel collegio uninominale Sicilia 1. Bene, anzi benissimo per lei: sulla carta è un seggio blindato alla Camera. Qui però non l’ha vista o sentita nessuno. Non si è presentata nemmeno una volta: non un comizio, una comparsata in una rete locale, una diretta social. Niente. Calata e imposta dall’alto come tanti altri di FI, Fascina è già stata deputata nella XVIII legislatura. Anche se ha partecipato a solo un quarto delle votazioni in aula. 

E sorvoliamo sull’ennesima candidatura dell’ex Cavaliere, diciamo, per motivi di spazio.

Lega: tenersi stretti gli amici, e gli amici degli amici

La Lega, invece, candida come capolista nel Lazio Antonio Angelucci, che rincorre la sua quarta legislatura. Da sempre forzista, Angelucci, finito più volte nelle cronache giudiziarie, è editore, tra gli altri, de Il Tempo e Libero, giornali certamente vicini al partito di Salvini, e alla destra in generale. Amico, insomma, di tutta la coalizione, Angelucci ha preferito salire sul Carroccio, certamente più lanciata di FI, per variare. Anche se fino all’ultimo si parlava di una sua candidatura con FDI.

Convinto leghista da maggio è invece Luigi Mastrangelo, responsabile del Dipartimento sport del partito e candidato alla Camera nel collegio di Taranto. Luigi Mastrangelo è una leggenda della pallavolo italiana, per anni è stato il “muro” della nazionale. Da politico, però, non è infallibile come era in campo, e a Radio Capital poche settimane fa ha lanciato una proposta che ha fatto discutere: «Bisogna investire di più nello sport, togliendo magari qualcosa alla sanità. Non dico di togliere tutto, ma qualcosina si può dedicare allo sport, visto che», secondo l’ex pallavolista, «viene stanziato sempre molto poco e nella sanità tantissimo». Probabilmente uno dei settori in cui l’Italia ha investito meno prima che arrivasse la pandemia. La sanità, ovviamente. Ma le frasi di Mastrangelo sono state mal interpretate. 

Non ci sono mai stati dubbi invece sul senso della frase di Claudio Durigon, quello del Parco Mussolini a Latina, candidato alle elezioni del 25 settembre nei collegi del Lazio. Si ricorderà la sua storia. L’ex sottosegretario Claudio Durigon, già segretario generale del sindacato di destra Ugl (che risale alla Cisnal, di area Msi), il cui nome tradisce un’origine veneta, ma è di famiglia trapiantata nel Lazio meridionale ai tempi della Bonifica pontina, ebbe l’infelice idea che per migliorare le sorti di Latina si sarebbe potuta togliere l’intestazione del parco cittadino a Falcone e Borsellino, e ripristinare quella al fratello minore di Mussolini. 

E su quest’ultimo nome si può passare ai candidati di un altro partito.

Fratelli d’Italia: il passato non si dimentica

In FDI, il passato è importante, soprattutto quando riguarda un tuo parente: Andrea Tremaglia, nipote d’arte, è candidato alla Camera: il nonno era Mirko, storico dirigente dell’MSI (e poi di An). Altro parente illustre è Giovanni Crosetto, candidato in Piemonte e nipote del fondatore del partito ed ex candidato alla presidenza della Repubblica di FDI Guido.

Chiara Colosimo è invece una giovane dirigente di Fratelli d’Italia, al Consiglio regionale del Lazio dal 2012, da dieci anni inseguita da una foto galeotta scattata in una sezione del Msi alla Garbatella dove Giorgia Meloni è nata e cresciuta: sullo sfondo un motto del dittatore rumeno filonazista Codreanu. Lei da allora dice: «Io condanno senza se e senza ma fascismo e nazismo, ma Codreanu in quel disegno veniva esaltato per la sua visione del Cristianesimo». 

Insomma, pare proprio che discutibili cedimenti alla nostalgia verso il ventennio da quelle parti non tramontino mai. Ne è dimostrazione Tommaso Foti, in corsa in Emilia-Romagna, che ama pubblicare post con le foto di Mussolini e non più di cinque anni fa diceva che «non si può vietare di usare accendini con l’immagine del Duce, esporre un manifesto con il suo volto, indossare la maglietta che lo ritrae, andare a Predappio: le idee non si arrestano». Non sono bastate queste e altre dichiarazioni visibili sul web («Il 25 aprile non è la mia festa») per porre qualche interrogativo sull’opportunità della candidatura di Foti. 

Italexit: tutto fa brodo

La concorrenza a questi due ultimi candidati di FDI può venire da Carlotta Chiaraluce, appena candidata da Italexit, il partito No-Euro no-Ue e No-Vax di Gianluigi Paragone che imbarca estremisti di ogni tipo. Chiaraluce viene da Casapound e fa di tutto per far capire quanto disprezzi la Liberazione del 25 Aprile. 

Ha cambiato idea invece Consuelo Locati, che rappresenta le famiglie delle vittime da Covid e quindi contestava che non si fossero fatti i lockdown a Bergamo, ma ora sta con Paragone e di conseguenza contesta il Green Pass.

Terzo Polo: Italia, sul serio?

Improponibili però sono anche quelli che finiscono senza troppa attenzione nelle liste del Terzo Polo. Di Stefania Modestino D’Angelo, la candidata che esaltava Lukashenko, disprezzava Zelensky e sperticava a favore dei professori Orsini e Di Cesare per poi finire con Carlo Calenda, s’è già detto molto. 

Ma bisognerebbe parlare anche dell’ex alfaniano Giuseppe Castiglione, politico da molto tempo, re delle preferenze in Sicilia orientale (e infatti lì viene candidato) ma imputato per corruzione elettorale e turbativa d’asta nel processo sulla gestione del Cara di Mineo. La magistratura farà il suo corso, ma il biglietto da visita di Castiglione fa vacillare la sedicente serietà del Terzo Polo. 

PD: una star all’estero

Dei guai del PD, con il giovane segretario della Basilicata, Raffaele La Regina, uno che negava il diritto all’esistenza di Israele, pure si è molto detto, se non fosse per il fatto che il segretario ha rinunciato alla sua candidatura.

Ma il nome più strano tra quelli del Partito Democratico è senza dubbio quello di Andrea Crisanti, virologo giunto dall’Imperial College di Londra. Crisanti, uno dei volti più noti tra i virologi-star italiani che in questi anni di pandemia hanno popolato i salotti televisivi con i loro discorsi che molto spesso travalicavano il loro campo di competenza, è candidato come capolista nella circoscrizione Europa. E potrà finalmente parlare di politica come ha sempre fatto. 

Movimento 5 Stelle: due mandati, più quello di un mio parente

A fine luglio, il Movimento 5 Stelle, ha scelto di confermare senza deroghe la regola dei due mandati, cioè il divieto di candidarsi una terza volta per i politici del partito con incarichi istituzionali, sia nella politica nazionale che in quella locale. La decisione ha impedito a molti esponenti importanti del M5S di candidarsi alle prossime elezioni politiche del 25 settembre. Ciò non ha impedito però ai parenti dei politici uscenti di candidarsi al posto loro, per cercare (alcune volte invano) di portare comunque un seggio a casa.  

È il caso di Samuel Sorial, che correrà come capolista alla camera al posto del fratello, Giorgio Sorial. Il fratello di Stefano Buffagni, invece, Davide Buffagni, è terzo nel listino del secondo collegio di Lombardia 1. 

Alle parlamentarie del Movimento 5 stelle non ha raccolto voti a sufficienza, invece, il fidanzato della ministra Fabiana Dadone (out anch’essa per il limite dei due mandati), Ergys Haxhiu, che quindi non sarà il sostituto in Parlamento della sua compagna. 

Tra candidati che non c’entrano nulla con il territorio in cui vengono catapultati e vecchie volpi che cercano la loro ennesima legislatura, la lista dei nomi da fare sarebbe ancora lunghissima. E si è scelto di lasciare da parte anche una lunga schiera di nomi di persone sotto inchiesta, sotto processo, che hanno avuto condanne o che hanno patteggiato pene nei tribunali penali o dalla Corte dei Conti: sarebbe venuta fuori una lista della spesa.

Beh, che cosa ci faccia tutta questa gente nei partiti che si presenteranno alle prossime elezioni, alcune volte non è facile da intuire. Per alcuni si potrebbe semplicemente dire che portano voti, per altri si potrebbe parlare di favori personali, di cambi di casacca, o di giochi di potere. Per molti, o per quasi tutti, ci si può appellare alla banalità: certe cose, in politica, non cambiano mai.

Autore

Odio le cose non finite. Le cose o si fanno bene o non si fanno proprio. Io non le faccio proprio. E infatti sono una contraddizione vivente: da grande vorrei diventare attore, non ho mai fatto un provino in vita mia. Adoro il cinema, la tv, lo spettacolo, ma sono laureato in lettere moderne. Sono nato e vivo a Roma, ma tifo Inter da una vita. La cosa che mi ha colpito di più di Generazione: il loro differenziale su Instagram.

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