È imperdonabile negare l’evidenza del cambiamento climatico

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Durante questo periodo, si è verificato un ampio dibattito sul tema del cambiamento climatico, ma è diventato evidente che diverse narrazioni, spesso diffuse tramite notizie false, cerchino di sostenere che il fenomeno non sia reale o che non sia causato dalle attività umane.

Il più recente -ma non sicuramente ultimo- esempio di campagna di disinformazione è stato quello svolto dal conduttore di Rete 4 Andrea Giambruno, che ha dedicato tutta una puntata della trasmissione Diario del giorno sul caldo: “Oggi è il grande giorno del grande caldo torrido, e qualcuno si chiede se sia una novità che nel mese di luglio si raggiungano queste temperature. Secondo noi non è poi una grande notizia però in effetti si continua a parlarne e dibattere”.
Il presentatore, in seguito, ha interpellato Vittorio Feltri, che si trovava collegato da remoto. “Direttore, la notizia, ammesso che tale sia, è che a luglio fa caldo, che probabilmente a dicembre nevicherà, ma secondo gli ambientalisti la colpa è di noi cittadini che non ci curiamo a sufficienza dell’ambiente“.

A quel punto il conduttore ha dovuto dare la parola anche a chi non la pensa come lui, ovvero alla giornalista Moual, a cui Giambruno ironicamente ha chiesto: “Si parla di clima impazzito. Anche tu pensi che sia colpa nostra per il surriscaldamento globale?”. La giornalista ha risposto: “Io ascolterei più gli scienziati di Vittorio Feltri, che ha 80 anni e può ricordare le estati e gli inverni che ha passato ma non è uno scienziato”, ma non è stata considerata.
Successivamente, la parola è stata data all’inviata Gandolfo, che è stata costantemente interrotta dal conduttore. Ma la cronista ha insistito e ha indicato alcune temperature raggiunte in Italia, come i 42 gradi di Roma e i 44 gradi di Taranto. Il conduttore, a questo punto, in pieno imbarazzo, ha tolto la parola all’inviata e ha chiuso il collegamento.

La trasmissione è proseguita con il giornalista Giambruno che ha continuato a ribadire il suo punto di vista sul cambiamento climatico. A ciò è seguito un attacco contro gli attivisti che deturpano monumenti, nonché un’accusa rivolta all’Europa, definita “matrigna”, per averci imposto eccessivo rigore in tempi troppo brevi riguardo alla transizione ecologica, con conseguenti danni per la classe media.

Qual è il bilanciamento tra libertà di manifestazione del pensiero e diffusione di fake news? La libertà di espressione è sacrosanta, ma la diffusione di narrazioni false danneggia sia il processo informativo che la capacità dei cittadini di formare un’opinione informata sulla questione più rilevante della nostra epoca.

L’emergenza climatica esiste

Il dibattito scientifico sul cambiamento climatico non ha ragione di esistere perché la scienza oggi è certa della sua esistenza, e del fatto che il sia causato dalle emissioni prodotte dall’uomo.

“Fig. 2. Sea Surface Temperature Anomaly, simulated from 01 to 18 July, 2023, and predicted from 19 to 28 July, 2023, di CMCC Foundation”.

Nella mappa soprastante di CMCC Foundation (fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) è possibile osservare l’anomalia della temperatura superficiale del mare registrata nel mese di luglio. I colori presenti sulla cartina rappresentano la differenza tra la temperatura quotidiana della superficie del mare, e i valori climatologici calcolati per luglio nel periodo 1987-2020, utilizzando i dati delle rianalisi del Mar Mediterraneo forniti dal CMCC al Copernicus Marine Service. Le zone indicate con un colore rosso più scuro denotano un’importante anomalia con un incremento di +6°C in alcune aree.

Rita Lecci, appartenente alla Divisione Ocean Predictions and Applications (OPA) del CMCC, ha affermato che attualmente ci troviamo in una situazione in cui la temperatura media della superficie del mare nel Mar Mediterraneo è di circa 28°C. È previsto che questa temperatura continui a salire nei prossimi giorni, raggiungendo oltre i 30°C. Inoltre, ha rivelato che si tratta di un’anomalia poiché la temperatura superficiale del mare ha superato la soglia climatologica del mese, calcolata negli ultimi 30 anni, per più di cinque giorni consecutivi.

“Fig. 2. 2m Temperature World, di Climate Reanalyzer”.

Climate Reanalyzer è una piattaforma per la visualizzazione dei modelli di previsione climatica e metereologica. La mappa e il grafico inseriti ci indicano quando è stato il giorno più caldo della storia: il 6 luglio 2023.

“Fig. 3 CFSV2 Avg 2m Temperature (°C), di Climate Reanalyzer”.

Dunque, non ci dovrebbero essere dubbi: il cambiamento climatico esiste.

Ma il cambiamento climatico è causato davvero dall’uomo?

La questione non si esaurisce certamente qui, poiché molti negazionisti non negano la presenza del cambiamento climatico, ma rifiutano l’idea che esso sia causato dalle attività umane.

Spiace smentire gli scettici accettando che gli unici responsabili di questa catastrofe siamo noi, ma la comunità scientifica è pressoché concorde sul fatto che le nostre attività abbiano provocato un’alterazione sia nella frequenza sia nell’intensità di vari fenomeni meteorologici.

Possiamo avere la riprova di questo nel Report dell’IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change:

La valutazione globale, frutto del lavoro di centinaia di esperti e studi sottoposti a revisione tra pari, rappresenta la più completa conoscenza mondiale sulle basi fisiche del cambiamento climatico e ha confermato in modo “inequivocabile” che l’attività umana è la causa principale dei rapidi cambiamenti climatici, tra cui l’innalzamento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacci polari e dei ghiacciai, le ondate di calore, le inondazioni e la siccità.

Ad esempio, fino al 1970, il livello medio del mare è aumentato di circa 0,1 cm all’anno. Tuttavia, negli ultimi 15 anni, questa crescita è accelerata raggiungendo una media di 3,7 cm all’anno. Le proiezioni indicano che tale aumento proseguirà a ritmi elevati nei prossimi decenni, con il livello medio dei mari che potrebbe aumentare di un metro entro la fine del secolo rispetto alla situazione attuale.

Inoltre, il nostro passato vissuto con le sue attività inquinanti condiziona enormemente il futuro, rendendo difficile agire in modo immediato per fermare il riscaldamento globale. Anche se smettessimo completamente di inquinare domani, le temperature continuerebbero ad aumentare nel ventunesimo secolo. Pertanto, a meno che non si adottino misure drastiche per ridurre le emissioni di gas serra e anidride carbonica, è inevitabile un aumento di almeno 1,5-2 gradi centigradi.

Tuttavia, c’è motivo di speranza: possiamo cambiare la situazione a lungo termine. Secondo la co-direttrice dell’IPCC, se riusciremo a raggiungere l’obiettivo di “Net zero” entro il 2050, potremo limitare l’aumento delle temperature a un massimo di 1,5 gradi centigradi in più.

Dunque, la situazione è grave: per dirne qualcuna, i lavoratori manuali stanno morendo per il troppo caldo, la Sicilia ha raggiunto i 47 gradi centigradi e gli aeroporti di Catania e Palermo sono stati costretti a chiudere a causa degli incendi. A Milano, un nubifragio ha provocato danni in molte parti della città e, in più, la crisi climatica incide anche sulla salute mentale dei giovani, causando ciò che viene definita eco-ansia.

Siamo esausti di dover affrontare pseudo-esperti che minimizzano la situazione o diffondono disinformazione riguardo al cambiamento climatico. Il dibattito scientifico è ormai concluso sul tema: la scienza attuale stabilisce con certezza che il riscaldamento globale è provocato dalle emissioni causate dalle attività umane, soprattutto dall’uso dei combustibili fossili.
Perciò, diffidate da chi afferma che la comunità scientifica è divisa o che gli scienziati non sono ancora sicuri delle cause del riscaldamento globale.

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