L’agricoltura può ancora essere un settore strategico in futuro? Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Donnalia

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Per millenni l’agricoltura è stata l’attività umana alla base di ogni sistema economico. Per l’Italia, anche nei secoli successivi alla rivoluzione industriale, il settore primario ha rappresentato il motore trainante del paese. Senza dubbio, il Novecento è stato il secolo in cui l’agricoltura ha ridimensionato la sua influenza; la tecnologia è entrata man mano nel mondo agricolo, rendendolo capace di sorreggere i ritmi di produzione e consumo del terzo millennio.

È, di fatto, nata una nuova agricoltura che mira oggi ad essere sempre più innovativa e sostenibile, al fine di assicurare la rilevanza di un settore fortemente strategico per l’economia italiana.

Per conoscere dall’interno i bisogni e le preoccupazioni di questo settore, abbiamo deciso di fare quattro chiacchiere con Vincenzo Di Pasquale, imprenditore agricolo siciliano che dirige insieme a suo fratello la Di Pasquale Srl. Ancora giovane, 33 anni, ma già con molta esperienza alle spalle, Vincenzo ha raccolto dieci anni fa insieme a suo fratello Angelo l’eredità di famiglia trasformando l’azienda agricola dei propri genitori in una realtà competitiva in Italia e in Europa.

L’agricoltura del terzo millennio: tra tecnologia e sostenibilità

L’azienda agricola dei fratelli Di Pasquale si trova a Delia, un soleggiato paesino dell’entroterra siciliano in provincia di Caltanissetta. Fin da subito l’ambizione dei due fratelli è stata quella di modernizzare e variegare la produzione dell’azienda, lasciandosi alle spalle una storia incentrata su «una agricoltura vecchie maniere basata sulle pesche».

Vincenzo confessa che avviare una trasformazione tecnologica in questo settore non è facile e sono stati fondamentali i finanziamenti raccolti grazie alla banca di credito cooperativo durante lo sviluppo dell’azienda per rispondere al bisogno di dotarsi di infrastrutture all’avanguardia.

Un primo approccio è arrivato nel 2013 con Gruppo BCC Iccrea quando l’azienda aveva la necessità di acquistare una prima calibratrice per frutta.

Oltre alla modernizzazione dei processi produttivi, la Di Pasquale Srl. ha raggiunto l’obiettivo di diversificare la propria offerta, con l’aggiunta di coltivazioni di uva, arance e albicocche. Lo sviluppo dell’azienda ha portato nel 2017 a fondare il brand Donnalia, un esempio di un’agricoltura moderna e sostenibile. L’azienda colloca i suoi prodotti nella grande distribuzione ma raggiunge il consumatore finale anche attraverso un ecommerce.

Costruire un’azienda moderna significa preoccuparsi della sostenibilità sia della produzione che della distribuzione. Donnalia, infatti, già oggi, per i suoi processi produttivi sfrutta energia derivata principalmente da fonti rinnovabili e impiega per il packaging dei suoi prodotti materiali FSC (Forest Stewardship Council), il principale meccanismo di garanzia sull’origine del legno e della carta. Si tratta di un sistema di certificazione internazionale garante del fatto che la materia prima usata proviene da foreste dove sono rispettati dei rigorosi standard.

Donnalia e le difficoltà delle aziende italiane a competere all’estero

Donnalia ha scelto di puntare sulla qualità estetica e di gusto; in generale, afferma Vincenzo, tutte le aziende agricole italiane dovrebbero fare questa scelta se hanno ambizioni di esportare i propri prodotti, perché i competitors internazionali riescono ad essere molto più aggressivi sia sui prezzi che sulle quantità.

Per quanto riguarda il mercato europeo i colleghi spagnoli e greci riescono ad avere costi di produzione molto più bassi rispetto ai nostri, in più scelgono di commercializzare un prodotto più scarso, ma tutto questo fa sì che riescano ad essere maggiormente competitivi in quei mercati dove il potere di acquisto dei consumatori è più basso.

L’Italia, quindi, per circostanze politiche e, forse, anche per tradizione si trova costretta a dover puntare sull’artigianalità del prodotto e indirizzarlo in quei mercati dove il consumatore ha la possibilità di premiare la qualità. È proprio lì che il consumatore o lo stato stesso sono anche molto attenti rispetto alla sostenibilità del prodotto.

Per queste ragioni è chiaro che il settore agricolo italiano si ritrova in una condizione di difficoltà rispetto alla sua capacità d’influenza sul mercato internazionale: il tessuto aziendale è costituito da imprese troppo piccole per essere competitive all’estero.

Il futuro dell’agricoltura dipenderà da agevolazioni e finanziamenti

Quando chiediamo a Vincenzo come vede il futuro del settore primario italiano con una la lente d’ingrandimento sulla produzione di frutta, il giovane imprenditore siciliano immagina aziende con personale sempre più professionalizzato, sia da un punto di vista scientifico nella produzione sia nel marketing per la distribuzione; poi, manifesta la necessità impellente di agevolazione su tasse e trasporti.

Soltanto con la riduzione dei costi e i finanziamenti è possibile dare la possibilità alle aziende di investire in infrastrutture per rendersi più competitive. L’obiettivo deve essere quello di abbassare il prezzo di un prodotto di elevata qualità cercando di ridimensionare i costi fissi, in modo da conquistare anche altri mercati.

Soprattutto ora con l’innalzamento dei costi delle materie prime aumenta la difficoltà, essendosi alzate le spese che generalmente l’azienda deve sostenere, il carburante, il cui costo era già alto, ne è un esempio.

In questo contesto è chiaro che per sviluppare in maniera strategica il settore agricolo italiano è necessario abbassare i costi di produzione e grazie ai finanziamenti può essere possibile allargare le dimensioni aziendali. Seguendo questa prospettiva Donnalia trasferirà la sua produzione in un nuovo sito, più ampio, moderno e sostenibile, grazie al sostegno offerto nuovamente dal Gruppo BCC Iccrea e dalla Bcc di Canicattì nell’ambito del progetto Agribusiness.

Donnalia potrà contare su una nuova struttura in grado di permettergli di raddoppiare il fatturato e di avere prodotti sempre più competitivi sui mercati esteri. L’aiuto di Agribusiness, confessa Vincenzo, ha offerto la possibilità a Donnalia di possedere già per il 2022 una nuova struttura, nonostante l’innalzamento del costo delle materie prime abbia fatto aumentare considerevolmente la spesa.

A chi considera l’agricoltura un business del passato, Vincenzo risponde con l’attività di Donnalia; in Italia, il settore agricolo può essere un settore veramente strategico, bisogna soltanto guardare al futuro con lungimiranza e organizzare le direttive aziendali ascoltando ciò che dicono i mercati. Oggi le richieste sono due: qualità e attenzione al grado di sostenibilità dell’azienda. È chiaro che per raggiungere questi due obiettivi le aziende hanno bisogno di finanziamenti privati e incentivi statali. Sebbene le nuove generazioni possano ritenere quello agricolo un business ormai tramontato, in realtà le parole di Vincenzo e l’esperienza di Donnalia dimostrano tutt’altro: l’Italia ha bisogno dell’agricoltura come settore strategico, per riuscirci è necessario creare un’azienda giovane, moderna e sostenibile.    

Autore

Matteo Fantozzi

Matteo Fantozzi

Direttore Responsabile

Matteo, classe 1997. Non avevo mai provato il disagio di creare una bio finché non ho dovuto scrivere la mia. Se ti dico qualcosa, credimi. Non sono un bugiardo e non voglio fare il giornalista.

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