Dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca nella blindatissima e gelata Washington D.C. alla fragile tregua tra Israele e Hamas lungo la striscia di Gaza, con i primi rilasci di ostaggi e prigionieri da entrambe le parti, come stabilito nell’accordo raggiunto nelle ultime settimane a Doha (Qatar) che ha anche segnato delle defezioni importanti all’interno del governo di Benjamin Netanyahu, con le dimissioni presentate da Itamar Ben-Gvir e due ministri del suo partito, mentre al momento rimane ancora salda la posizione del Ministro delle Finanze Bezalel Smotrich.
Anche se a grande distanza geografica l’uno dall’altro, questi eventi appena menzionati sono presi ad esempio per gli effetti che hanno già scaturito e le ripercussioni che si avranno nel breve, medio e lungo termine tanto nell’ambito delle relazioni internazionali quanto nelle disamine di natura geopolitica.
Sorgono i primi due interrogativi: cosa intendiamo con il termine “geopolitica” e per quale motivo risulta di così grande importanza? Riportando un estratto di un articolo del direttore di Limes Lucio Caracciolo, “la geopolitica analizza conflitti di potere in spazi determinati” ed è lo “studio di casi specifici, per i quali è necessario il confronto fra le diverse rappresentazioni dei soggetti in competizione per un dato territorio, su varie scale e in differenti contesti temporali, e fra i rispettivi progetti, tutti ugualmente legittimi.”[1].
Rileggendo queste parole, ne osserviamo la loro grande attualità in un mondo sempre più in mutamento nel corso degli ultimi decenni della nostra storia. Un mutamento continuo dovuto a numerose variabili: lo scoppio o il procrastinarsi di guerre sempre più ibride combattute sia sui tradizionali campi di battaglia che attraverso leve di natura politico-economica, ma anche su fronti ancora poco conosciuti dall’Uomo come quello della Rete.
C’è da chiedersi allora come si possano leggere e comprendere tutti questi cambiamenti e in quale prospettiva si possano inserire eventi di natura socio-politica che si susseguono in varie parti del mondo. In questo senso vi sono strumenti di grande utilità rivolti a un pubblico sempre più variegato composto sia dagli addetti del settore e dagli appassionati che da quelle persone interessate ad approfondire la propria conoscenza in questo ambito.
Tra le offerte editoriali di rilievo presenti sul mercato, si è recentemente aggiunta l’ultima edizione dell’Atlante Geopolitico Treccani.
Un’opera panoramica, chiara e fruibile da tutti
Il prestigioso volume, da quest’anno interamente pubblicato dall’Enciclopedia Italiana, vede nuovamente la direzione scientifica dell’Ambasciatore Ettore Francesco Sequi e offre oltre 780 pagine dedicate a una ricca panoramica delle 197 nazioni del mondo, al pari delle organizzazioni internazionali dei cinque continenti. L’utile presenza di schede, carte, mappe e dati statistici aggiornati al 2023 (in alcuni casi specifici, invece, arrivano fino al settembre/ottobre 2024) offre un valido supporto visivo e pratico al lettore.
Tanti i contenuti presenti nell’opera pubblicata dalla Treccani che vengono arricchiti ulteriormente dalla presenza di cinque saggi brevi curati da esperti e docenti universitari del calibro di Francesca Spigarelli, Eugenia Baroncelli, Ferdinando Sanfelice di Monforte, Giordana Pulcini e Andrea Manciulli.
I temi trattati negli approfondimenti spaziano attorno alle grandi sfide di questo periodo storico: in primo luogo, la lotta delle superpotenze globali per l’approvvigionamento delle risorse naturali.
Una contesa che non si limita alle sole materie prime, però, ma anche e soprattutto alle c.d. terre rare e ai semiconduttori (in questo senso possono essere lette le recenti mire espansionistiche del nuovo inquilino della Casa Bianca per il Canale di Panama e la Groenlandia).
Spazio anche agli effetti delle guerre ibride nel quadrante mediorientale, in quello russo-caucasico ma anche nel continente africano e nell’area dell’Indo-Pacifico, al pari delle rispettive aree commerciali.
In questi territori, infatti, il clima di grande incertezza viene alimentato dalle crisi concatenate lungo le rotte commerciali marittime e terrestri (dal Mar Rosso preda della pirateria somala e – da ultimo – degli Houthi al Mar Nero conteso tra russi e ucraini, senza dimenticare la zona problematica dello Stretto di Malacca) che starebbero contribuendo a una ricomposizione di blocchi legati ai differenti consensi atlantici o orientali.
Il controllo dei mari e il ruolo che gli stessi assumono in ambito bellico, come esaminato con cura nell’elaborato dell’Ammiraglio Ferdinando Sanfelice di Monforte, sono discorsi capaci di suscitare ancora profondo interesse e che rendono ancora attuali gli scritti novecenteschi forniti da figure di spicco nella geopolitica quali Halford Mackinder, Karl Haushofer e Friedrich Ratzel, da contestualizzare nella nuova dimensione contemporanea. Vengono infine prese in esame la minaccia sempre meno lontana di un possibile riarmo nucleare delle superpotenze legato alle escalation militari in Ucraina e nel Medio Oriente e un focus sul terrorismo jihadista.
L’accesso al sapere nell’era delle “infowars”
Con l’avvento – e il successivo strapotere – nelle nostre società dei nuovi mezzi di comunicazione di massa quali le piattaforme dei social media, sono emerse sempre di più delle metodiche manipolatorie dell’informazione dalla natura elaborata e spesso “vincente” rispetto al proprio fine ultimo: la distorsione dei fatti volta a creare delle narrazioni alternative a vantaggio degli interessi individuali di uno o più soggetti, fino ad arrivare a quelli più ampi di un soggetto statale.
La disinformazione e la manipolazione delle notizie, che oggi si osservano adoperate sui fronti della “information warfare” ma anche della “cyberwarfare”, sono applicazioni concrete di principi legati allo spionaggio note fin dai tempi di Sun Tzu, che in vita dedicò ampie parti del suo fondamentale Bing Fa (“L’Arte della Guerra“) ad approfondire questo passaggio, sviluppato nei secoli a venire anche da altri illustri protagonisti della Storia quali Niccolò Machiavelli (“Dell’Arte della Guerra“), Carl von Clausewitz (“Vom Kriege”) e – da ultimo, ma non per importanza – Henry Kissinger (“Diplomacy”, “World Order”).
Ricollegandosi a figure a noi più vicine, è inevitabile non soffermarsi sulle figure di Mark Zuckerberg e di Elon Musk, proprio in un periodo storico come quello attuale in cui il creatore di Facebook e CEO della galassia di Meta da una parte e l’imprenditore sudafricano alla guida di X (il fu Twitter) dall’altra si ritrovano a mettere in atto una nuova fase della comunicazione social, in netta controtendenza (fattore molto evidente nel caso di Zuckerberg) con quanto avvenuto in precedenza durante gli ultimi otto anni.
Chiamasi propaganda, fenomeno delle fake news o – ancor più subdolo nell’ambito dell’utilizzo di tecnologie di IA – dei c.d. “deepfake“, ognuno di questi tasselli compone il districato mosaico nel quale ci ritroviamo a vivere nel quotidiano, in quella che il Direttore Generale dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Massimo Bray, definisce un’era in cui “narrazioni contraddittorie si scontrano e si sovrappongono nell’incessante bombardamento mediatico” che impedisce “di individuare fonti di informazione autorevoli e imparziali”. Molto probabilmente è da qui che parte il lavoro rigoroso che la Treccani ha voluto porre in questa ultima edizione del suo volume, con un controllo qualitativamente puntale di tutti i dati e le informazioni fornite ai lettori e provenienti dagli enti internazionali, dalle principali agenzie dell’ONU e da importanti organizzazioni non governative (es. Reporters Sans Frontières – RSF).
Al termine della lettura e dello studio dell’Atlante Geopolitico Treccani, il pensiero conclusivo è quello di essermi ritrovato davanti a un testo che riesce a fornire uno scenario dell’attuale assetto geopolitico internazionale in ognuna delle sue schede analitiche, con grande ricchezza di particolari e di contenuti. Elementi utili, quest’ultimi, per poter fornire al lettore un’opera intellettualmente stimolante nonchè una guida per poter formare una propria lettura critica su quanto veloci siano i cambiamenti nelle nostre società.
AA.VV, Treccani Atlante Geopolitico 2024
Treccani, 2024 (824 pp.)
Prezzo: 39,00 €
[1] L.Caracciolo, “Cos’è la geopolitica e perché va di moda” in Limes (pubblicato il 07/02/2018, aggiornato il 15/01/2019)