San Valentino tra storia e leggende: come nasce la festa degli innamorati

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San Valentino ogni anno è l’occasione per festeggiare l’amore, trascorrere una giornata felice con il prorpio partner, scambiarsi regali. Un appuntamento divenuto globale e legato ad un business commerciale sempre più ampio. Ma come ha origine la festa degli innamorati e come è cambiata nel corso del tempo?

Rispondere in maniera univoca e sicura è impossibile, troppe sono le versioni e le leggende legate a questa festività. Un indirizzo porta in Francia, quando il 14 febbraio del 1400 fu fondato l’Alto Tribunale dell’Amore, che si occupava di risolvere le questioni matrimoniali. I giudici erano scelti in base alla loro preparazione letteraria in tema di amor cortese. Un’altra strada conduce alla Torre di Londra, dove nel 1415 era imprigionato il Duca Carlo d’Orleans. Egli scrisse una lettera d’amore alla moglie Valentine, da cui, a partire dal XIX secolo, originò l’usanza anglosassone di scambiarsi biglietti d’amore, noti proprio con l’appellativo “Valentine”. Tuttavia, l’ipotesi più accreditata affonda le radici nell’antica Roma.

I Lupercalia e la rilettura cristiana

Come nella migliore tradizione cristiana, anche la festa di San Valentino fu il frutto dell’opera di rilettura delle festività pagane. Nei suoi primi anni di vita, infatti, la Chiesa romana si impegnò ad imporre la sua morale ed estinguere i resti di quella pagana tramite un’opera di reinterpretazione di miti e feste che rendesse meno brusco questo passaggio culturale. Rientra, ad esempio, in questo quadro l’istituzione del Natale nel periodo in cui si celebravano a Roma i Saturnali, festa che auspicava il ritorno all’età dell’oro.

Nell’antica Roma, intorno alla metà di febbraio, si celebravano i Lupercali in nome della divinità Luperco, protettore della fertilità e del ciclo naturale di morte e rinascita della natura. Durante i rituali si creavano lunghi cortei di uomini nudi, che per le strade colpivano con verghe le matrone romane e le donne incinte, benedicendole e propiziandone la fertilità. Un rito tanto ancestrale quanto brutale, che fu stigmatizzato dalla Chiesa. Fu in particolare Papa Gelasio I nel 496 d.C. a bandirlo e ad istituire il 14 del mese una festa che non modificava il tema di fondo, ossia la fertilità, ma la rileggeva in chiave cristiana collegandola alla Vergine Maria. Il 14 febbraio si ricordava anche il martire Valentino, che fu quindi subito associato idealmente alla nuova festività.

San Valentino tra storia e leggende

Le notizie storiche sul santo ricordato il 14 febbraio scarseggiano, anche perché sono tre i martiri cristiani di nome Valentino morti in quel periodo. Generalmente si fa riferimento ad un Valentino nato a Terni e vissuto nel III secolo d.C. Alcuni sostengono fosse un predicatore e taumaturgo (autore di miracoli), altri che divenne vescovo di Terni a soli 21 anni. Fu perseguitato sotto l’impero di Aureliano e morì decapitato nel 273 d.C., forse proprio il 14 febbraio. Si narra che Valentino fu giustiziato per aver celebrato il matrimonio tra la cristiana Serapia e il legionario romano e pagano Sabino. Già questo fa supporre una propensione del santo verso la celebrazione dell’amore. Tante sono poi le leggende associate alla figura del santo. Nella sua agiografia si tramanda che regalasse fiori agli innamorati, li riconciliasse dopo i litigi e incitasse al matrimonio. In un racconto popolare, per riappacificare una coppia, avrebbe spinto uno stormo di piccioni a scambiarsi effusioni di fronte ai due giovani: da qui sarebbe nata l’espressione “piccioncini”.

Le origini della festa moderna e la rilettura di Chaucer

Nonostante i molti racconti, nel momento in cui Papa Gelasio istituì la festa, San Valentino ancora non era considerato il patrono dell’amore, anche per via della festa in sé che poneva l’accento sulla sfera procreativa più che sentimentale. Quando nacque, allora, l’idea del santo come protettore degli innamorati?

Geoffrey Chaucer, autore conosciuto per i Canterbury Tales, è considerato il creatore del San Valentino moderno. Con il suo The Parlamient of Fowls, poema scritto in onore delle nozze tra Riccardo II e Anna di Boemia, associò per la prima volta San Valentino a Cupido: la fertilità fu sostituita dal sentimento, la procreazione dalla passione. Un’altra opera di reinterpretazione, non tanto diversa dalla precedente operata dalla Chiesa. Da culto pagano a culto cristiano, da culto cristiano a culto dell’amore naturale. Chaucer con la sua opera sottolinea un altro aspetto importante: il ruolo della donna nelle scelte d’amore non è passivo. Non subisce le vergate dell’uomo, non si riduce al compito procreativo, non si limita a rispondere sì o no. È naturalmente libera al pari dell’uomo di scegliere il suo amore, di conquistarlo e farsi conquistare, nella logica del libero arbitrio che costituisce il cuore dei 700 versi di Chaucer.

Autore

Nasco a Roma nel 1997. Formatomi sui precetti morali del Re Leone, mi laureo in lettere e divento giornalista pubblicista. Appassionato di sport e storie di sport, nella vita faccio il centrocampista. Amo il mare e detesto il sensazionalismo quasi più degli anfibi.

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