I mercati rionali esistono ancora ma hanno bisogno di trasformarsi

0% Complete

I mercati rionali esistono ancora. Qualche giorno fa siamo stati al Mercato De Calvi, a Monteverde, Roma, Rione XII. Siamo stati ospiti dell’Associazione Culturale Zip_Zone d’Intersezione Positiva per l’iniziativa “La Mia Città è un Giardino”. Quest’anno l’Associazione ha portato avanti dei progetti che rendessero il mercato un centro maggiormente aggregante. L’idea è stata quella di raccontare il ruolo di questi esercenti speciali che sono i mercanti. 

L’intenzione di mettere al centro gli attori del mercato si è tradotta in vari eventi e attività che si sono svolti a cavallo tra novembre e dicembre. Nell’ambito di questa iniziativa sono stati prodotti un documentario di Roberto di Maio, una mostra fotografica di Giulia Ardizzone e alcune opere di street poetry di Er Pinto. Zip Zone ha posto il Mercato De Calvi sulla scia della rinascita dei mercati coperti che si sono trasformati in luoghi d’incontro, da Barcellona ad Amsterdam ma anche a Bologna. 

I mercati rionali oggi

Se passi al Mercato De Calvi respiri quell’aria di romanità ridente percepibile solo quei giorni in cui “fa caldo anche se è inverno”. Tra ortaggi laziali, pesci di Anzio e decine di persone impegnate a lavorare, gente del posto fa la spesa. Qualcuno dei mercanti è così felice di vedere le sue foto sulle pareti del mercato che, a detta di altri, dimentica che di questi tempi la saracinesca è diventata più pesante. Gigantesche fotografie, appunto, sono state appese lungo le mura che recintano il mercato; gli scatti ritraggono i mercanti dietro i loro banchi durante un normale giorno di lavoro. Tra le foto compaiono dei quadri in cui Er Pinto ha scritto alcune poesie per raccontare quel luogo con la romanità che contraddistingue i suoi versi. Uno dei commercianti tiene in mano un telefonino e mostra il breve documentario girato da Roberto Di Maio.

La storia dei mercati ha un’origine antichissima che risale a quella di alcune tra le prime civiltà sviluppatesi sul pianeta. Insieme al mercato si sono evolute le prime forme di psuedo-democrazia nell’età classica e di democrazia nell’età moderna.

Oggi il mercato non è soltanto quello azionario o finanziario. A Roma esistono 70 mercati rionali, 30 coperti e 40 plateatici. Dai dati che è possibile raccogliere sul sito del Comune di Roma, sono attualmente attivi più di 3.000 banchi, di cui una considerevole parte sono banchi alimentari. 

La resistenza dei mercati

Nonostante negli ultimi trent’anni la grande distribuzione, dalle catene di giganteschi supermercati fisici all’aleatoria onnipresenza di Amazon, abbia inglobato il commercio di prodotti di genere alimentari e casalinghi, i mercati rionali sono realtà ancora molto forti, radicate nell’immaginario collettivo delle persone. Queste attività, però, hanno bisogno di attenzione: i mercati rionali sono realtà sostenibili in un mondo insostenibile che minaccia di soccomberle. 

Iniziative come quella de “La Mia Città è un Giardino” servono a porre l’accento su situazioni di commercio ancora in voga ma il cui stato di penombra rischia di oscurarle del tutto. Se non ci preoccupiamo di garantire a queste realtà le condizioni necessarie ad una loro sopravvivenza, che non può essere equiparate a quelle delle altre attività commerciali, rischiamo di perderle; con esse morirebbe una particolarità caratteristica delle città italiane. In grandi città come Roma ai mercati rionali dovrebbe essere lasciato più spazio per vivere commercialmente. 

Il valore dei mercati rionali 

Risaltare il valore del mercato serve per poter tenere viva l’attenzione su realtà che hanno una scarsa forza d’influenza. I mercanti sanno che per poter cambiare il loro stato serve un intervento di svolta come quello al mercato San Lorenzo di Firenze o al mercato del Carmine di Genova, dove la vita del mercato non finisce al 13 ma prosegue fino a sera. 

In questo modo si dà la possibilità ad una realtà commerciale come quella dei banchi alimentari di poter lavorare di più attraverso la consumazione in loco.

Autore

Matteo Fantozzi

Matteo Fantozzi

Direttore Responsabile

Matteo, classe 1997. Non avevo mai provato il disagio di creare una bio finché non ho dovuto scrivere la mia. Se ti dico qualcosa, credimi. Non sono un bugiardo e non voglio fare il giornalista.

Collabora con noi

Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine

Se pensi che Generazione sia il tuo mondo non esitare a contattarci compilando il form qui sotto!

    Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi