Roma si smarca da Parigi e rimanda il riconoscimento della Palestina

0% Complete

Le reazioni delle cancellerie occidentali rispetto all’annuncio del presidente francese Emmanuel Macron di voler riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina in occasione della prossima Assemblea Generale ONU di settembre non sono tardate ad arrivare: dopo la furia di Israele e il “richiamo da spaccone” portato da Donald Trump nei suoi confronti, è arrivato l’intervento del governo italiano che si smarca dalla presa di posizione dell’Eliseo e mantiene la propria postura attendista sull’argomento, rimandando la discussione a tempi futuri (e pertanto, indefiniti).

A chiarire in modo netto l’approccio di Palazzo Chigi sulla questione è stata il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni attraverso un’intervista pubblicata pochi giorni fa da “La Repubblica” che ha scatenato le veementi proteste da parte delle principali forze d’opposizione nel Paese.


L’annuncio che ha aperto un caso politico – Le parole di Macron sulla Palestina

È bastata la pubblicazione di un messaggio “unificato” sulle piattaforme social da parte del Presidente Macron (in basso, NdA)– nello specifico uno scambio di lettere con il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas – per creare un vero e proprio caso politico attorno alla decisione della Francia, prima tra le potenze del G7 nonché voce di grande rilevanza all’interno del continente europeo ad aver dichiarato l’intenzione di riconoscere lo Stato palestinese, che la porterà ad unirsi ai dodici paesi europei che hanno già intrapreso questo passo (tra cui, negli ultimi mesi, i governi di Irlanda, Spagna, Norvegia e Slovenia).

Un annuncio, quello di Macron, preso in quanto “non c’è alternativa” alla pace in Medio Oriente, una pace che possa sorgere con la fine della guerra tra Israele e la Palestina (in particolar modo nella Striscia di Gaza) e la costituzione effettiva di uno Stato palestinese, vincolata però all’ottemperamento di alcune “garanzie di sicurezza per la regione” (nell’ordine, la “smilitarizzazione” di Hamas e di tutto il territorio palestinese e il “pieno riconoscimento” dello stato d’Israele) che sembrano più che altro essere volte a rendere impossibile una vera e propria sovranità nazionale per i palestinesi.

Il Presidente francese Emmanuel Macron assieme alla moglie Brigitte alla cena reale presso il Palazzo Huis Den Bosch de L’Aja (Paesi Bassi) in occasione del vertice NATO dello scorso 24 giugno (fotografia di Ministerie van Buitenlandse Zaken / Bart Maat)
Fonte immagine: Ministerie van Buitenlandse Zaken/Flickr (licenza d’uso CC BY-SA 4.0)

La proposta macroniana, significativa da un punto di vista comunicativo nell’attuale contesto geopolitico ma che nel contenuto si è dimostrata essere “cerchiobottista”, ha irritato una parte non indifferente della sfera politica occidentale per il solo fatto di essere stata formalizzata: l’ira furibonda del governo Netanyahu, che nello stesso giorno dell’annuncio francese aveva approvato alla Knesset una mozione non vincolante sull’annessione dei territori della Cisgiordania, e di figure quali il Ministro Itamar Ben-Gvir – che attraverso la comunicazione social aveva “riconosciuto la Francia come Stato palestinese” – è stata fermamente sostenuta dagli Stati Uniti d’America che con il Segretario di Stato Marco Rubio (“Decisione sconsiderata […] non fa che alimentare la propaganda di Hamas e ostacola la pace.”) e soprattutto con il presidente Donald Trump, hanno liquidato le parole dell’omologo francese.
A riguardo, il tycoon newyorkese non ha usato mezzi termini: “Le sue parole
non valgano nulla”.


La linea di Giorgia Meloni – Il governo italiano “sceglie di non scegliere”

Le parole della Meloni sul no al riconoscimento dello Stato palestinese rappresentano in maniera chiara l’opinione del governo italiano sul tema: non è questo il momento.

La premier è rimasta ferma nella propria opinione – ribadita in varie occasioni a tutte le parti coinvolte sia in Italia che all’estero, incluso lo stesso Macron – che al momento “i tempi non siano maturi” per una decisione di questo calibro, non temendo la reazione delle opposizioni sull’argomento.
Io credo che il riconoscimento dello Stato di Palestina senza che ci sia uno Stato della Palestina” – ha dichiarato -“possa addirittura essere controproducente per l’obiettivo”.

No dunque agli avventati slanci in avanti (che negli ultimi giorni sono stati oggetto di analisi molto critiche da parte alcune testate nostrane) e sì al prosieguo di un processo politico che possa portare alla nascita di uno Stato di Palestina basato sul principio di “due popoli e due Stati” sul quale il governo di Roma è irremovibile, come ribadito in più occasioni anche dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani.
In poche parole,
l’Italia sceglie di non scegliere (un discorso “bipartisan”) e di rinviare ancora una volta la questione “a data da destinarsi”, appoggiandosi a una dialettica politica – quella della “soluzione dei due stati” – che a livello internazionale ha da molti anni perso la propria fattibilità (visti i drammatici sviluppi nell’area portati avanti dall’occupazione israeliana) e, soprattutto, credibilità.

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nell’incontro a Palazzo Chigi dello scorso 19 febbraio con il Presidente dello stato d’Israele Isaac Herzog.
Fonte immagine: Governo Italiano | Presidenza del Consiglio dei Ministri (licenza d’uso CC BY-NC-SA 3.0 IT)

NdA: salvo dove diversamente indicato, le immagini presenti nell’articolo sono state realizzate con l’utilizzo di software di creazione immagini IA di Canva (DreamLab) su input testuale dell’autore del presente articolo.

Autore

Collabora con noi

Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine

Se pensi che Generazione sia il tuo mondo non esitare a contattarci compilando il form qui sotto!

    Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi