Con il voto tenutosi ieri al Parlamento Europeo, la Commissione von der Leyen II ha ufficialmente inizio.
Sono da poco passate le dodici quando a Strasburgo comincia la fase di voto nell’emiciclo, in seguito agli interventi di Ursula von der Leyen e le dichiarazioni di voto dei capogruppo dei partiti europei e di vari europarlamentari. Ma è alle ore 12:24 che la Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, pronuncia ufficialmente i risultati del voto per appello nominale: gli europarlamentari hanno approvato la squadra di commissari proposta dalla von der Leyen con 370 voti a favore, 282 voti contrari e 36 astensioni, superando di appena dieci voti la maggioranza assoluta degli aventi diritto.
Numeri che, se confrontati con i 408 voti favorevoli ottenuti con voto segreto nella sessione dello scorso 18 luglio, rappresentano una netta diminuzione del proprio consenso (nonchè il peggior risultato ottenuto da una Commissione Europea dal 1993).
Dopo settimane di veti incrociati e scontri all’interno della compagine della c.d. “maggioranza Ursula”, il voto di ieri certifica un cambiamento d’assetto rispetto all’esito delle urne del 6-9 giugno scorso, aldifuori delle “famiglie politiche tradizionali”in Europa e – almeno apparentemente – più verso destra.
Come si è arrivati al voto di Strasburgo?
Il secondo atto della Commissione Europea a guida von der Leyen ha potuto vedere la luce soltanto nel corso degli ultimi otto giorni – dopo le innumerevoli tensioni esplose tra il Partito Popolare Europeo e il gruppo S&D attorno alle nomine di Raffaele Fitto (Fratelli d’Italia) e di Teresa Ribera (PSOE) per i ruoli di vicepresidenza esecutiva della Commissione.
È stata necessaria la ricerca e il successivo raggiungimento di un compromesso “accettabile” per tutte le parti in causa e per la stabilità politica all’interno dell’Unione Europea, grazie al raggiungimento di un accordo di coalizione scritto tra popolari, socialisti e liberali attorno ai cardini fondamentali dell’agenda von der Leyen: europeismo, sostegno allo stato di diritto e sostegno all’Ucraina.
L’accordo ha scatenato da subito però reazioni profondamente critiche da parte delle rappresentanze dell’Europarlamento che hanno contestato alla von der Leyen (e al capo del Partito Popolare Europeo Manfred Weber) l’apertura all’eurogruppo di destra dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), compagine esterna alla “maggioranza Ursula”. Nello specifico, l’accusa era rivolta al partito di Giorgia Meloni dal quale proviene Raffaele Fitto.
Gli eurogruppi della sinistra ecologista (Greens) e di quella radicale (The Left) hanno annunciato convintamente il proprio voto contrario per la sessione del 27 novembre, ma anche nel partito dei Socialisti e Democratici Europei sono partite le frizioni rispetto all’accordo, con l’eurodeputato francese Raphaël Glucksmann che aveva annunciato il “no” della rappresentanza di Place Publique (13 eurodeputati).
Su cosa si fonda ora la “maggioranza Ursula” ? – L’analisi del voto
Alla fine, le defezioni complessive all’interno degli eurogruppi di maggioranza e delle opposizioni hanno fatto prevalere il centro europeo, ma hanno visto anche l’ingresso a sostegno della Commissione Europea degli eurodeputati di Fratelli d’Italia. Spinti anche dal sostegno per il gruppo di cui farà parte anche l’oramai ex Ministro per i Rapporti con la UE del governo Meloni, i conservatori si sono rivelati un fattore decisivo tanto quanto lo è stato l’apporto offerto dal PPE.
Ma come esce ora la “maggioranza Ursula” dal voto dei 370 eurodeputati che si sono espressi nell’aula di Strasburgo? Analizzando le mappe del voto europeo all’interno dei vari gruppi parlamentari e dei Paesi dell’Unione Europea, si osservano una serie di elementi rilevanti.
Primo tra tutti, l’accordo ha retto in maniera molto problematica nel voto di Strasburgo: sia dal Partito Popolare Europeo che dai Socialisti alcune compagini hanno votato in dissenso rispetto alle indicazioni dell’eurogruppo. Nello specifico, i ventidue eurodeputati spagnoli del Partido Popular da una parte e le delegazioni socialiste di Francia, Belgio, Germania e Paesi Bassi hanno votato contro o si sono astenute (come avvenuto per quanto riguarda il Belgio e la Germania).
Complessivamente sono stati venticinque a testa i voti contrari per il PPE e per l’S&D, con i gruppi che hanno quindi mantenuto le ostilità per i casi riguardanti Raffaele Fitto e Teresa Ribera.
Sul fronte dell’ECR – che aveva dato libertà di voto ai suoi gruppi – l’intera delegazione di Fratelli d’Italia (24 europarlamentari) ha votato a favore della von der Leyen mentre ad opporsi è stata la rappresentanza del partito polacco Diritto e Giustizia (PiS, 18 eurodeputati).
Parlando di Italia, che ha espresso 52 voti a favore e 23 voti contrari, il voto è stato frammentato e ha visto l’opposizione tanto di alcune forze di maggioranza quanto delle opposizioni: gli indipendenti del Partito Democratico Cecilia Strada e Marco Tarquino hanno votato no così come tutti e dieci gli italiani del gruppo The Left provenienti da Sinistra Italiana e dal Movimento 5 Stelle. Come già anticipato nei giorni scorsi, anche il voto contrario della rappresentanza di Europa Verde nel gruppo dei Verdi Europei con tre voti contrari e un’assenza per maternità.
Nell’area di centrodestra, gli otto eurodeputati della Lega – inseriti nel nuovo gruppo dei Patrioti per l’Europa nato in seguito alle elezioni europee – hanno votato contro la Commissione.
Le modifiche che hanno portato la Commissione von der Leyen II a prendere il via potrebbero rendere la vita alquanto difficile al gruppo dei commissari, che dovrà attendere l’ultimo voto del Consiglio Europeo per essere pienamente operativo: le dinamiche di forza per la von der Leyen sono cambiate e nei prossimi cinque anni la Commissione Europea potrebbe trovarsi a dover scendere in più occasioni a compromesso con le altre forze che compongono l’emiciclo. Una situazione alquanto imprevedibile.

La foto di rito della Commissione von der Leyen II (fotografia di Dati Bendo – European Commission Audiovisual Service)
Fonte immagine: European Union / Wikimedia Commons (licenza d’uso CC BY 4.0, © European Union, 2024)
In copertina: “Il Parlamento Europeo approva la seconda Commissione von der Leyen.
Fonte immagine: European Parliament / Flickr (“CC-BY-4.0: © European Union 2024– Source: EP)”