Le prime elezioni regionali del 2025 in Italia sanciscono una complessiva “parità” tra le forze di maggioranza e opposizione: la prima tornata dopo il periodo estivo ha riguardato le Marche – dove il governatore uscente Francesco Acquaroli (FDI) ha battuto il candidato del centrosinistra Matteo Ricci e ha ottenuto la riconferma – e la Valle d’Aosta, regione a statuto speciale dove il voto degli elettori ha decretato la vittoria dell’Union Valdôtaine, partito simbolo dell’autonomia valdostana che negli ultimi cinque anni aveva guidato la Regione con un accordo programmatico con il Partito Democratico e il blocco dell’Alleanza Verdi Sinistra (AVS) esprimendone anche i due Presidenti (dapprima Erik Lavévaz e successivamente Renzo Testolini).
Un risultato che soddisfa entrambi gli schieramenti ma che al contempo certifica l’ulteriore calo nell’affluenza elettorale: nelle Marche – tra la giornata di domenica e la mattinata di lunedì – ha votato poco più del 50% (in calo di oltre nove punti rispetto al voto del 2020) mentre in Valle d’Aosta l’affluenza si è attestata attorno al 63% ma si tratta di un dato comunque negativo, dal momento che si è votato in una sola giornata e dal momento che nel 2020 era andato a votare il 70,5% degli aventi diritto.
Le Marche confermano Francesco Acquaroli, il campo largo di Matteo Ricci ha ammesso la sconfitta
La contesa che aveva animato le ultime settimane di campagna elettorale nelle Marche ha avuto breve durata: sono infatti bastati pochi seggi scrutinati, a fronte delle prime proiezioni che davano la vittoria ad Acquaroli con uno scarto di otto-nove punti rispetto all’ex sindaco di Pesaro in quota PD, Matteo Ricci, per portare l’eurodeputato a concedere la vittoria all’avversario, al quale ha voluto porre telefonicamente le proprie congratulazioni per il risultato.
Con lo scrutinio completato, i dati definitivi riportano come il governatore uscente abbia ottenuto la riconferma alla guida del Palazzo delle Marche (in basso, NdA) con il 52,43% dei voti, contro il 44,44% di Ricci, in una corsa caratterizzata da un’inchiesta giudiziaria che ha colpito la citta di Pesaro (e per la quale lo stesso Ricci aveva ricevuto un avviso di garanzia che a suo dire “qualche effetto lo ha avuto”) e da una chiusura di campagna elettorale dai toni molto accesi per entrambi i candidati, per i quali si sono espressi energicamente anche i leader nazionali della maggioranza di governo e dell’opposizione.
Ciò che è certo è che l’elettorato che si è recato alle urne, riprendendo le dichiarazioni di Ricci, “ha scelto la continuità” incarnata dal governatore Acquaroli e dai suoi cinque anni di mandato.
Tra i voti ai partiti, Fratelli d’Italia si colloca al primo posto delle preferenze (27,42%), seguito dal Partito Democratico (22,49%) e da Forza Italia, che si colloca al terzo posto con un risultato in crescita apprezzato dallo stesso Antonio Tajani. Risultati al di sotto delle aspettative invece sia per la Lega di Matteo Salvini che per il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che probabilmente paga la scelta di un “campo largo” attorno alla figura di Ricci, nonostante l’inchiesta.

Il Palazzo delle Marche, sede della Regione Marche.
Fonte immagine: Gep/Wikimedia Commons (opera propria e di dominio pubblico)
In Valle d’Aosta vince l’autonomia – Nuovo accordo all’orizzonte con il centrosinistra?
Il responso definitivo del voto valdostano, dove si votava sia per il rinnovo del Consiglio Regionale che per il Comune di Aosta, ha visto l’affermazione dell’Union Valdôtaine con il 31,97% dei voti, riuscendo così a battere la coalizione di centrodestra, fermatasi al 29,42%, e le forze di centrosinistra, che si sono presentate in tre raggruppamenti differenti.
Il prossimo Consiglio Regionale della Valle d’Aosta vedrà dunque il partito autonomista con 12 seggi conquistati, seguito dal centrodestra con 11 seggi (ripartiti tra i 4 seggi cadauno di FDI e FI e i 3 seggi della Lega, protagonista di un vero e proprio tracollo in termini di preferenze rispetto alla tornata di cinque anni fa), dai 6 seggi degli Autonomisti di Centro e i 3 seggi a testa del PD e di AVS.
In base allo statuto speciale della regione, è proprio il Consiglio a nominare il Presidente della Giunta Regionale della Valle d’Aosta e in questo senso i numeri così ripartiti possono rappresentare l’ago della bilancia per la costituzione della Giunta.
In previsione delle trattative del nuovo Consiglio Regionale saranno due gli elementi da osservare con attenzione: in primo luogo, quale sarà la scelta del partito vincitore della tornata elettorale (un partito che ha corso da solo), riguardo al quale si parla di un possibile nuovo accordo – sulla falsariga di quello del precedente quinquennio – con le forze di centrosinistra nel nome della continuità d’intenti con il precedente mandato.
Secondariamente, bisognerà vedere se le tre anime del centrodestra – che si erano riunite in un unico blocco per l’occasione elettorale – manterranno lo schieramento compatto una volta giunti in Consiglio Regionale o se si assisterà a scenari differenti.
Nell’immagine di copertina: “La sede del Conseil de la Vallée – Consiglio Regionale della Valle d’Aosta, sita ad Aosta.
Fonte immagine: Tenam2/Wikimedia Commons (opera propria, licenza d’uso CC BY-SA 3.0)”