Il concetto di generazione è una convenzione poco convenzionale
Il concetto “generazione” è una lente utilizzata per comprendere meglio la realtà sociale: è una categoria che raggruppa coorti di individui accomunabili per essere nati nello stesso periodo storico ed essersi formati nello stesso ambiente. Definire le generazioni attribuendogli una collocazione temporale fissa è necessario per fare ordine, ma bisogna tenere a mente, sempre, che si tratta di una convenzione. Per questo i più giovani di una coorte generazionale possono sentirsi più vicini alla generazione successiva e lo stesso può accadere a quelli più anziani nei confronti della precedente.
In sostanza, i confini sono labili ma esistono per un’esigenza analitica e, in ogni caso, sono giustificati da evidenze scientifiche, storiche, sociali. Si prenda ad esempio la numerosissima generazione dei Boomers: esse si estende per un arco di diciannove anni compreso tra il 1946 e il 1964. Chi è nato in quel periodo ha vissuto gli anni del boom economico, della ricostruzione, l’avvento della televisione come reale mezzo della comunicazione di massa, l’inizio della guerra fredda. Gli individui cresciuti in questo periodo condividono una serie di valori plasmati dallo spirito del tempo, ma non è escluso che alcuni dei nati un anno prima possano sinceramente appartenere a questa generazione.
La convenzione è fondamentale per obiettivi analitici ed è stabilita da criteri condivisi dalla comunità degli studiosi. L’unica generazione riconosciuta a livello legislativo è quello dei Boomers, un gruppo che ha rappresentato un forte legame con il proprio tempo. Le altre generazioni nascono dal lavoro dei ricercatori. In sociologia, da Hume a Comte, si utilizzò un approccio quantitativo per definire le generazioni: la convinzione era che il passaggio ad una nuova generazione iniziasse dopo una trentina di anni, quando la generazione precedente avrebbe iniziato a fare figli, cioè a mettere al mondo la generazione successiva. Dilthey ed Heidegger furono i primi a cambiare approccio nella definizione delle generazioni introducendo il modello attuale secondo cui caratteristiche come l’appartenenza ad una stessa fase della vita, gli eventi, i progressi tecnologici siano elementi cruciali e che permettono anche di spiegare gli incastri generazionali.
Quali sono le generazioni dell’ultimo secolo? E che differenze hanno tra loro?
Come già anticipato in precedenza, i punti di interruzione generazionali non sono una scienza esatta e la seguente classificazione deve essere intesa come uno strumento utile a capire i cambiamenti percettivi in seno alla popolazione. Premesso il modo in cui si definisce una generazione è interessante vedere qual è il panorama delle generazioni presenti in buona parte del mondo occidentale. I nati tra il 1928 e il 1945 furono definiti la generazione dei Silent Generation, per essere cresciuta nel clima della Grande Depressione ed essere arrivata dopo la Greatest Generation, quella gloriosa che combatté la Seconda Guerra Mondiale.
Dal dopoguerra inizia la generazione dei Boomers, la più lunga per estensione temporale, ben 19 anni. I Boomers sono accomunati da vari fattori, alcuni dei quali elencati sopra. Ma un aspetto significativo e che non bisogna dimenticare è che questa generazione si è formata in un’atmosfera serena, quando il male sembrava sconfitto ed iniziava, in Occidente, uno dei più lunghi periodi di pace della storia. È da considerare, inoltre, che in questo periodo ci fu un clamoroso boom delle nascite. Il tasso di natalità, aumentato nell’arco dei Boomers, decrebbe dopo il 1964. Da quell’anno nasce la Generazione X, composta dagli individui cresciuti in una società che si preparava alla globalizzazione e partoriva la rivoluzione informatica. La Generazione X s’interrompe nel 1980 e lascia spazio ai famosissimi Millenials, nati tra il 1981 e il 1996. Questa generazione, secondo gli studiosi, crea una cesura veramente significativa con le precedenti per vari motivi. In primis si è formata in un mondo realmente interconnesso. Molti dei componenti erano maggiorenni quando è stato eletto il primo presidente nero della storia americana e sono entrati nel mondo del lavoro in piena recessione economica. Per ultimo, ma non a livello di importanza, è stata la generazione più multietnica di tutte quelle precedenti.
Millennials e Generazione Z hanno inaugurato un nuovo ritmo generazionale
Si è sentito molto parlare di Millennials per un periodo; purtroppo molti di quei discorsi confondevano alcuni elementi distintivi tra la generazione dei Millennials e la successiva, con la quale si inizia a parlare di individui definibili realmente come nativi digitali. È dal 1997 che incomincia la Generazione Z e si prolunga fino al 2012. In questo periodo Internet è passato dall’essere una connessione fissa ad una connessione portatile. Nel 2007 è stato lanciato l’iPhone, anno in cui i più anziani della Generazione Z avevano soltanto 10 anni. Sono tanti e diversi i tratti distintivi della Generazione Z, da un nuovo tipo antropologico che delega parte della sua memoria ad un apparecchio tecnologico al rapporto con i brand, dalla premura per la crisi ambientale alla frontiera dei social network. Ci sarà da aggiungere tra i tratti distintivi anche quello di aver vissuto una pandemia in piena adolescenza/giovinezza. Ma ecco, prima di definire rigidamente una generazione è necessario che questa diventi adulta. C’erano altri nomi proposti dalla comunità di ricerca, come post-Millennials, iGeneration, Homelanders, ma per ora la categoria si identifica con Generazione Z.
Questa classificazione deriva dagli studi realizzati dal Pew Research Center, secondo il quale il panorama generazionale sta cambiando. Dai Millennials in poi, infatti, sembra essere diminuita l’intensità della cesura tra una generazione e l’altra; al contrario sono aumentate le differenze tra i più giovani e i più anziani della stessa coorte generazionale. In sintesi, le generazioni sono uno strumento attraverso cui analizzare la società e i suoi componenti, la realtà e i suoi meccanismi. Ora, la distinzione tra una generazione e l’altra sembra essere sempre meno netta e la velocità con cui si modifica l’ambiente in cui gli individui crescono parallelamente accelera le trasformazioni generazionali.
Autore
Matteo, classe 1997. Non avevo mai provato il disagio di creare una bio finché non ho dovuto scrivere la mia. Se ti dico qualcosa, credimi. Non sono un bugiardo e non voglio fare il giornalista.