Amore di plastica: l’invenzione delle sex dolls

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Sappiamo tutti cos’è una bambola gonfiabile. “Bambola del sesso” o “da compagnia” sarebbero definizioni più appropriate per questo tipo di bambole per adulti e la loro storia è avvolta da tantissimi miti e leggende urbane. Ciò che è certo, però, è che di questi sex-toys se ne parla da secoli e oggi, grazie alla tecnologia, sono più realistici e diffusi che mai.

Il primo e vero commercio di bambole per adulti nasce in Germania con la Bild Lilli doll: inventata negli anni ‘50, era una bambola non penetrabile, considerata, più che altro, un’antenata di Barbie.

La prima bambola gonfiabile realistica, invece, appare negli anni ‘60 negli USA e di queste appaiono presto i primi annunci su alcune riviste maschili. Successivamente apparvero anche le prime bambole gonfiabili uomo per donna, ma è solo a partire dagli anni ‘90 che il settore inizia a migliorare e aumentare l’offerta in risposta ad un pubblico che cerca esperienze sempre più simili alla realtà.

Molte sono le leggende urbane che girano intorno alla storia delle bambole gonfiabili. Vi è quella riguardante il poeta romano Ovidio, che ne Le Metamorfosi narra le gesta di Pigmalione, lo scultore che realizza la statua di una donna nuda, ideale di donna perfetta. Riuscendo a modellare una statua così bella (a suo dire era migliore di qualsiasi donna in carne ed ossa), si innamora perdutamente di lei finché la dea Afrodite non gli concede di sposarla, dopo averla trasformata in una donna reale.

Oppure l’invenzione delle “dames de voyage”, donne da viaggio fatte di stoffa e cotone realizzate dai marinai francesi e spagnoli nel 1600, che li accompagnavano durante i loro lunghi viaggi in mare.

Fra tutte le leggende, però, la più famosa è sicuramente quella che vuole attribuire ad Adolf Hilter l’invenzione della prima sex doll.

È il 1941 e Hitler commissiona la prima bambola gonfiabile al dottor Olen Hannusse. Il motivo? La sifilide. La bambola dalle fattezze ariane, pensata come uno degli oggetti vitali di ogni soldato del Reich, avrebbe permesso a questi ultimi una vita sessuale attiva, senza il rischio di contrarre quella o altre malattie veneree. Secondo questa storia, lo stesso Henrich Himmler disse: «Il pericolo più grande a Parigi sono la diffusione e la presenza incontrollata di prostitute, che adescano clienti in bar, sale da ballo e altri posti. È nostro dovere impedire ai soldati di rischiare la salute per il piacere di una rapida avventura».

L’inanimata compagna dei soldati tedeschi, non poteva però essere una qualsiasi bambola, ma doveva avere delle caratteristiche ben precise: alta 1,76 m, labbra carnose e seni prorompenti, ombelico ben disegnato, occhi azzurri, capelli biondi e carnagione diafana; doveva insomma incarnare la perfetta donna ariana. La gerarchia nazista pensò bene di modellare il giocattolo per adulti sulle fattezze della popolare attrice ungherese Kathe von Nagy, la quale rifiutò energicamente l’idea.

Gli stabilimenti della IG Farben, che avrebbero dovuto sfornare il primo prototipo del progetto, denominato Borghild, erano situati a Dresda; tuttavia, una bomba degli alleati distrusse la fabbrica che avrebbe dovuto realizzare il progetto.

Nonostante questa storia si sia diffusa, non esiste alcuna evidenza o documento del periodo che la possa confermare.

Autore

Nata il 18 gennaio 1998, stesso giorno di Inter/Bari 0-1. Ma in realtà non mi piace il calcio. Sono un’appassionata di cinema, ma non ho mai visto Titanic. La mia filosofia di vita è “lo faccio dopo”. Tante cose mi rendono felice: una giornata al mare, una serata al cinema, una birra a San Lorenzo, una partita a burraco, ma sopratutto una teglia di lasagna con la crosta bruciata quando fuori piove. Letta così potreste pensare che sono una settantenne nel corpo di una ventenne. E magari avete anche ragione voi.

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