Non il Kraken, né il Leviatano o Moby Dick e nemmeno il granchio blu, protagonista delle cronache di quest’estate secondo i dati di Legambiente siamo noi. È questa la conclusione a cui giunge “Mare Mostrum 2023”, l’ultimo rapporto realizzato dall’associazione ambientalista. L’impatto dell’inquinamento ambientale sui mari e sulle coste italiane è in aumento. Nel 2022 i reati ambientali che hanno interessato il patrimonio delle aree costiere sono stati 19.350, con una crescita del +3,2% rispetto al 2021. A questi, poi, si aggiungono 44.444 illeciti amministrativi. Sommando quest’ultimi ai reati, in Italia avvengono 8,7 infrazioni per ogni km di costa, una ogni 115 metri.
Dei reati ambientali che hanno danneggiato i mari e le coste italiane una fetta significativa è costituita da quello che Legambiente definisce il “ciclo illegale del cemento”, fenomeno che da solo rappresenta il 52,9%. Riguarda direttamente il mercato delle costruzioni e si riferisce alle violazioni in materia di urbanistica, ma anche all’occupazione di demanio marittimo, all’abusivismo edilizio, alla gestione illecita delle cave e ad eventuali irregolarità negli appalti per opere pubbliche. Seguono i reati legati al ciclo illegale dei rifiuti e all’inquinamento del mare, che costituiscono il 24,2% del totale, e la pesca di frodo, che invece rappresenta il 19,7%. Solo nel 3,2% dei casi, poi, si tratta di violazioni del Codice di navigazione nel settore della nautica da diporto – che comprende tutte le attività svolte a scopi sportivi o ricreativi, senza fine di lucro – da imbarcazioni che violano le norme di tutela di aree protette a chi con i propri comportamenti crea danni ambientali.
Legambiente, inoltre, evidenzia che il 48,7% dei reati è stato accertato in quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. Guida la classifica nazionale la Campania con 3.345 reati, ossia il 17,1% del totale, seguita da Puglia, Sicilia, Lazio e Calabria. Tuttavia, se si considera il numero di reati ambientali e illeciti amministrativi per km di costa, la prima posizione spetta alla Basilicata, seguita da Emilia Romagna, Molise, Abruzzo e Veneto.
Questa tendenza è confermata anche dai dati raccolti in un altro report realizzato da Legambiente, “Ecomafia 2023”. Se si considerano le aggressioni criminali compiute su tutto il territorio italiano nel 2022, infatti, la Campania si classifica nuovamente al primo posto, con 4020 reati ambientali, ossia il 13,1% sul totale nazionale pari a 30.686. A seguirla, poi, Puglia, Sicilia, Lazio e Calabria. Non solo. Il rapporto ribadisce il primato del ciclo illegale del cemento, con 12.216 reati accertati. Sono 6481 i reati contro la fauna, parte di quel settore criminale che, scrive Legambiente, “trae profitto dall’organizzazione, gestione e controllo di attività illegali che hanno al centro lo sfruttamento degli animali selvatici e domestici”. 5606, invece, sono i reati accertati nel ciclo dei rifiuti e 5207 gli incendi dolosi.
In “Ecomafia 2023” un capitolo a parte è dedicato all’agromafia. Il termine indica l’insieme delle attività illecite del settore agricolo-alimentare, dalle truffe per ottenere finanziamenti pubblici al caporalato, fino all’abuso di pesticidi. Nel 2022 i reati accertati di questo tipo sono 41.305.
Autore
Ilaria Ferraresi
Autrice
Nata a Ferrara, tra la nebbia e le biciclette. Quando non ho la testa tra le nuvole, mi piace nascondere il naso nelle pagine di un libro o dietro una macchina fotografica. Scrivo di lotte e diritti, mi piace raccontare dei posti e della gente di cui nessuno parla mai. Frequento assiduamente i mercatini dell’usato e al tiramisù non dico mai di no, queste sono le uniche regole di vita che mi so dare.