Winston Churchill, l’uomo che non si arrese mai al nazismo

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Joe Wright — regista della serie Netflix Black Mirror — nel 2017 ha diretto una pellicola, dal titolo The Darkest Hour, che ha il merito di aver ritratto in maniera fedele un personaggio storico e politico dall’imponente statura: Winston Churchill. Personalità indomita e di natura combattiva, uomo dal carattere talvolta esuberante, accanito fumatore e bevitore allenato, oratore tagliente e lapidario, nonché scaltro animale politico, fu il più acerrimo nemico della Germania nazista e strenuo oppositore di Herr Hitler.

Churchill — già reduce della guerra d’India, di quella Mahdista e di quella Boera — fu un uomo traboccante d’amor patrio che seppe profondamente ispirare il popolo britannico. La sua linea politica può essere riassunta così: con il nazismo e il fascismo non si tratta. «Non si può dialogare con una tigre quando la tua testa è dentro la sua bocca». Il film, che è uscito in Italia col titolo L’ora più buia, racconta la destituzione dalla carica di Primo Ministro di Neville Chamberlain in seguito all’invasione francese del Terzo Reich e la tanto terribile quanto controversa battaglia di Dunkerque.

L’Inghilterra e la Francia del tempo fecero l’errore di percepire terribilmente in ritardo la pericolosità del regime hitleriano. Nel Regno Unito si formarono due schieramenti diversi e contrapposti: gli appeasers, cioè i parlamentari guidati da Chamberlain, e una parte dei conservatori guidata proprio da Winston Churchill, sostenuta anche dal Civil Service e dai laburisti (ormai definitivamente convinti dell’impraticabilità di una posizione pacifista nei confronti di Adolf Hitler).

Una volta che comprese il pericolo dei fascismi europei (inizialmente vedeva di buon occhio Benito Mussolini e la sua funzione antibolscevica, tanto da definirlo «il più grande legislatore vivente») diede vita a una prolifica convergenza politica e a una mobilitazione mai vista di tutte le forze della nazione. La parola d’ordine fu victory at all costs.

L’offensiva nazista nei confronti della Francia ebbe inizio il 10 Maggio del 1940. In Inghilterra, lo stesso giorno, a Londra, Churchill subentrava a Chamberlain. In un celebre discorso egli si appellò ai leader della nazione in questo modo: «Dico al Parlamento come ho detto ai ministri di questo governo, che non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore. Abbiamo di fronte a noi la più terribile delle ordalie. Abbiamo davanti a noi molti, molti mesi di lotta e sofferenza». E così fu.

Ottanta divisioni della Wehrmacht, di cui 10 corazzate, investirono con potenza inaudita il Belgio, l’Olanda e il Lussemburgo. Nel giro di due settimane, il 24 maggio, i nazisti giungevano davanti a Dunkerque, sulla Manica. Orde di terribili Panzer del Reich e lo sciame di Stuka della Luftwaffe tedesca – l’aviazione militare capitanata dal gerarca Hermann Göring – seminarono morte e distruzione lungo tutta la Francia, avvicinandosi terribilmente all’Inghilterra.

Le truppe alleate vennero strette in una morsa letale presso Dunkerque. Le braccia della tenaglia nazista avrebbero potuto facilmente distruggere ciò che restava dell’esercito degli alleati. Tuttavia, ciò non accadde. Tra il 24 Maggio e il 3 Giugno, ben 340.000 uomini, francesi e inglesi, riuscirono a reimbarcarsi e a riparare, sani e salvi, in Inghilterra. Questo fu possibile, come il film racconta, grazie alla ferrea volontà, all’instancabile appello alla nazione, alla tenacia senza tregua di Winston Churchill, il quale – nonostante le numerose pressioni del gabinetto di guerra per un eventuale accordo di pace con la Germania – decise di non demordere e continuare a combattere, con il largo appoggio dell’opinione pubblica.

Combatteremo in Francia, combatteremo sui mari e gli oceani; combatteremo con crescente fiducia e crescente forza nell’aria. Difenderemo la nostra isola qualunque possa esserne il costo. Combatteremo sulle spiagge, combatteremo sui luoghi di sbarco, nei campi nelle strade e nelle montagne. Non ci arrenderemo mai, e persino se – ciò che io non credo neanche per un momento – questa isola od una larga parte di essa fossero asservite ed affamate, in quel caso il nostro Impero, oltre i mari, armato e vigilato dalla Flotta britannica, condurrà avanti la lotta sinché, quando Dio voglia, il Nuovo Mondo, con tutte le sue risorse e la sua potenza, non venga avanti alla liberazione ed al salvataggio del Vecchio Mondo. “

Da uno dei tre discorsi pronunciati da Winston Churchill alla Camera dei Comuni nel 1940

La battaglia di Dunkerque fu terribile e controversa. Hitler avrebbe potuto benissimo distruggere la parte restante dell’esercito anglo-francese, tuttavia esitò. Sperava, in cuor suo, in una eventuale pace con l’Inghilterra. Churchill, però, aveva deciso ormai di combattere, a qualsiasi costo.

Lo storico Giorgio Galli riconosce a Winston Churchill anche il merito di aver intuito delle connessioni sotterranee tra taluni gruppi e famiglie aristocratiche inglesi e il nazismo. Al di là del ben noto caso del Duca di Windsor – il re che abdicò in favore del padre della regina Elisabetta II – e delle sue simpatie per il Führer e il nazionalsocialismo, esistevano in Inghilterra, a partire dall’epoca vittoriana, una piccola galassia di gruppi e organizzazioni di natura occulta ed esoterica. Riguardo a ciò, Galli raccomanda la lettura di Le tentazioni dell’occulto – Scienza ed esoterismo nell’età vittoriana, edito da Bollati-Boringhieri. In esso si documenta quanto detto, e si parla di un ambiente che il giovane Winston frequentava e conosceva molto bene, anche e soprattutto nelle sue componenti politiche, come il Primo Ministro e poi ministro degli Esteri Balfour «che comunicava con una defunta fidanzata attraverso medium e scrittura automatica (si tratta dell’uomo che ha dato il suo nome al piano che ha insediato la home nazionale ebraica in Palestina, nella prima guerra mondiale)».

Una uguale fioritura di questi gruppi, che lo storico definisce neopagani, avvenne anche in Germania, le cui credenze costituirono l’humus culturale nel quale il giovane Adolf Hitler si formò e che estremizzò poi nel nazionalsocialismo. A questo sodalizio ideologico occulto Giorgio Galli ha dedicato l’intero primo capitolo della sua opera Hitler e il nazismo magico, nel quale dimostra, a partire dai grandi nomi dell’occulto tedesco – De Gobineau, Wagner, Guido Von List, Alfred Schuler, Dietrich Eckart, Ternhari, Lanz Von Liebenfels, e tanti altri – come il magismo germanico derivi dalla tradizione esoterica inglese, e di come questo abbia comportato la nascita della Società Thule, l’embrione del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori.

È alla luce di questo che bisogna leggere la simpatia che Winston Churchill nutriva per Edoardo VII, il già citato filonazista Duca di Windsor, proprio perché sapeva che queste simpatie non erano un caso isolato tra le famiglie nobili dell’Impero britannico. Se Edoardo fosse rimasto sul trono, avrebbe potuto tentare di controllarlo e influenzarlo: Churchill cercava di proteggere la monarchia dai suoi ambigui rapporti con la cultura occultista e dai suoi punti di raccordo con la tradizione esoterica tedesca, che ebbe la sua massima espressione proprio in Herr Hitler.

Ed è sempre alla luce di questo che bisogna considerare il fantomatico volo di Rudolf Hess in Gran Bretagna, nel 1941, e la sua proposta di pace… ma questa è un’altra storia.

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Vengo al mondo lo stesso giorno di Virgilio, lo stesso anno di Enter The Wu-Tang. Bibliofilo, fumettomane, trekker, all’occorrenza festaiolo impavido.

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