Il 14 Aprile del 1996, nel sud della Pennsylvania, Jennifer Kaye Ringley, una ragazza di 19 anni, studentessa del Dickinson College, collegò una webcam al suo computer puntandola verso il centro della sua camera nel dormitorio: diventò la prima cam-girl. In precedenza, le webcam live trasmettevano scatti statici realizzati dalle telecamere. L’innovazione di Jennifer Ringley consisteva semplicemente nel consentire agli altri di “godere” della visione delle sue attività quotidiane. Jennifer è stata la prima “lifecaster” del web, creando JenniCam, un sito di camgirls online cancellato nel 2003 e valutato nel 2008 dalla CNET come uno dei più grandi siti web defunti della storia.
Il settore delle camgirl o webcam model è in continua crescita fin dai primi anni del 2000 e sopratutto in quest’ultimo anno, a causa del cambiamento di stile di vita di molte persone nel mondo, questo fenomeno ha conosciuto una vera e propria esplosione. Lockdown, digitalizzazione del lavoro e ripensamento dei modelli tradizionali sono tutti elementi che rendono il business dell’adult entertainment online un’opportunità straordinaria. Quasi ogni giorno nascono nuovi siti che offrono spettacoli a luci rosse attraverso una webcam. Ma come funziona esattamente?
Un vero e proprio lavoro
A differenza dell’industria del porno, le webcam erotiche permettono di mantenere un filtro con il mondo esterno e una sicurezza personale molto elevata. Dal soggiorno di casa propria, moltissime donne si connettono sui tantissimi siti online per offrire prestazioni attraverso uno spettacolo live in cam, in cambio di denaro. Il primo approccio di una cam girl è quello con la videochat pubblica. Si tratta di un’interfaccia in cui si interagisce con le altre ragazze e con gli utenti presenti; in questa fase non si viene pagate. È infatti un servizio gratuito per gli iscritti. Contestualmente è anche una vetrina basilare per il lavoro della cam girl, che dovrà cercare di suscitare interesse e curiosità in chi la guarda, così da avere richieste per una conversazione più intima e riservata in privato (pvt).
La videochat privata è il momento in cui l’utente paga e la cam girl guadagna. Le tariffe sono al minuto, tranne che per esibizioni multiple che hanno un prezzo forfettario, e vengono decise dalla webcam girl stessa. Le prestazioni possono essere varie e, solitamente, la scelta e l’intensità del servizio da offrire, sono generalmente lasciate a totale descrizione della performer.
Moltissimi portali webcam, come RIV, CAM4, LiveJasmine e tanti altri che non si limitano agli spettacoli live ma offrono anche la vendita di servizi e accessori. Una camgirl può decidere di vendere il proprio numero di telefono, così come la propria biancheria intima, o i propri racconti erotici, decidendo lei stessa il prezzo.
C’è chi lo a per curiosità, chi per malizia, ma principalmente, c’è chi lo fa per soldi. E i dati parlano chiaro. Attraverso pagamenti settimanali o mensili, una camgirl può riuscire a guadagnare cifre significative che possono arrivare a contare anche quattro zeri ogni mese. Partendo dal presupposto che una quantificazione può essere fuorviante e che, come in qualunque ambito della vita, le persone improduttive e poco impegnate sono la maggioranza, a grandi linee diciamo che portare a casa 2.000 € al mese è un obiettivo alla portata della maggior parte delle camgirl attive con continuità, e guadagnarne oltre 5.000 € è raggiungibile da una “nutrita minoranza”. Il guadagno delle top camgirl mondiali? Indicativamente 20-30.000 dollari al mese, alcune anche molto di più. Una sentenza della Corte di Cassazione del 2003 ha equiparato l’attività delle camgirl a quella delle prostitute, sostenendo che anche in assenza del contatto fisico, l’interazione con il cliente e il ricevimento di una somma di denaro bastano al lavoro per essere considerato come una forma di prostituzione. Pertanto in Italia non è una forma di lavoro riconosciuta.
Ad oggi, si stimano all’incirca più di 90.000 donne attive come camgirls in Italia.
Autore
Nata il 18 gennaio 1998, stesso giorno di Inter/Bari 0-1. Ma in realtà non mi piace il calcio. Sono un’appassionata di cinema, ma non ho mai visto Titanic. La mia filosofia di vita è “lo faccio dopo”. Tante cose mi rendono felice: una giornata al mare, una serata al cinema, una birra a San Lorenzo, una partita a burraco, ma sopratutto una teglia di lasagna con la crosta bruciata quando fuori piove. Letta così potreste pensare che sono una settantenne nel corpo di una ventenne. E magari avete anche ragione voi.