Grande partecipazione al Teatro Quirino per “Quando il mondo dorme” di Francesca Albanese

0% Complete

“Quando il mondo dorme – Storie, parole e ferite della Palestina”, di Francesca Albanese (Rizzoli, 2025)

Il Teatro Quirino di Roma è stato ieri luogo di ritrovo per la tappa finale del minitour di presentazione de “Quando il mondo dorme – Storie, parole e ferite della Palestina” (a sinistra, NdA), terzo libro scritto dalla Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui Territori Palestinesi Occupati Francesca Albanese e pubblicato due giorni fa da Rizzoli.
Un evento che, nonostante le ristrette tempistiche organizzative, ha raggiunto con successo un gremito pubblico di partecipanti italiani e stranieri che ha quasi riempito la sala e gli spalti, dopo gli incontri “da tutto esaurito” tenuti negli ultimi giorni a Milano e Torino.

Un’accoglienza carica di trasporto, quasi trionfale, quella riservata dai presenti alla giurista italiana che, accompagnata per l’occasione dalla giornalista e scrittrice Francesca Mannocchi e dall’attore Giuseppe Cederna, ha avuto modo di presentare il suo nuovo lavoro in un dialogo carico di contenuti e di temi presentati dalla Albanese in modo netto, crudo e senza giri di parole.

Una serata di grande approfondimento e, perché no, dedicata a un “risveglio delle coscienze” attorno a quanto sta accadendo in Palestina, dalla Striscia di Gaza alla Cisgiordania passando per Gerusalemme Est, mentre il mondo “dormiente” sembra soltanto ora avere qualche impercettibile sussulto dal torpore al raggiungimento del seicentesimo giorno di guerra tra israeliani e palestinesi, dopo oltre 61.000 morti (di cui più di 17.000 bambini) e 111.588 feriti stando agli ultimi dati forniti dal Ministero della Sanità palestinese.


Essere scomodi “quando il potere si mette di traverso” – Una panoramica su Francesca Albanese

La Relatrice Speciale dell’ONU sui Territori Palestinesi Occupati, Francesca Albanese

Nata a Ariano Irpino – in provincia di Avellino – e con una formazione accademica divisa tra l’Università di Pisa e la SOAS (School of Oriental and African Studies) dell’Università di Londra, la storia di Francesca Albanese (a sinistra, NdA) diventa di rilievo internazionale a partire dal 1 maggio 2022, quando l’ONU la nomina Relatrice Speciale sui Territori Palestinesi Occupati.

Prima donna a assumere questo incarico, nonché la seconda rappresentante dell’Italia dopo Giorgio Giacomelli, nel corso del suo primo mandato, portato avanti recandosi “sul campo” tra Gaza e la Cisgiordania, la giurista italiana ha in più occasioni denunciato le sistematiche violazioni del diritto internazionale umanitario compiute da Israele nei confronti della popolazione palestinese, oltre all’imperante sistema di apartheid e di disumanizzazione dei palestinesi da parte del governo di Gerusalemme.

Le denunce della Albanese, raccolte e pubblicate all’interno di vari rapporti presentati alle Nazioni Unite, hanno visto negli anni la furiosa reazione da parte di Israele e degli Stati Uniti d’America e hanno scatenato una feroce e violentissima campagna di diffamazione nei suoi confronti da parte di apparati e gruppi di pressione filo-israeliani a livello globale dietro le accuse di antisemitismo, di apologia al terrorismo di Hamas e di ostilità e pregiudizio verso lo stato ebraico, accuse sempre smentite e negate dalla diretta interessata.

In seguito ai fatti del 7 ottobre 2023 e alla controffensiva delle forze armate israeliane, Francesca Albanese richiamò l’attenzione della comunità internazionale invocando il cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza e denunciando “il serio pericolo di una pulizia etnica di massa” per la popolazione palestinese. Nel febbraio dello scorso anno, la replica su Twitter/X alle dichiarazioni del Presidente francese Emmanuel Macron sulle vittime della c.d. “Operazione Al-Aqsa” di Hamas e sul “più grande massacro antisemita del nostro secolo” portò la Albanese a divenire “persona non grata” nel territorio dello Stato d’Israele. Un fatto che amplificò ulteriormente la campagna denigratoria sul suo conto, con numerosi tentativi (avvenuti anche nel nostro Paese) di screditarla sul piano personale nonché lavorativo e culminata con l’invio di varie minacce di morte.

Poco più di un mese dopo, il 26 marzo, venne pubblicato il rapporto della Albanese dal titolo “Anatomia di un Genocidio” (in seguito oggetto di discussione all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite) nel quale, nelle sue ventisette pagine di lunghezza, vennero documentati e illustrati i “fondati motivi” per i quali poter accusare il governo israeliano di genocidio secondo tre caratteristiche discriminanti presenti nella Convenzione sul Genocidio (1948).
Un documento che, di fatto, si è aggiunto alla
folta documentazione giuridica che aveva portato la Corte Penale Internazionale ad accogliere la causa intentata dal Sudafrica contro Israele (gennaio 2024) e – in seguito – a pronunciarsi contro l’occupazione militare israeliana in Palestina definendola come “sistema di apartheid” (luglio 2024) e, infine, ai mandati d’arresto internazionali contro Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant.  

Con l’inizio di quest’anno, Francesca Albanese ha visto rinnovare il proprio mandato triennale come Relatrice Speciale dell’ONU nonostante la pressante campagna portata avanti da una significativa parte del mondo politico (come nel caso dell’ex Ambasciatrice statunitense all’ONU durante l’amministrazione Biden, Linda Thomas-Greenfield) e dai gruppi di pressione filo-israeliani, ma si è vista anche negare la partecipazione a due eventi universitari in Germania (Berlino e Monaco di Baviera), dopo essere stata “censurata” in occasione di un altro incontro universitario dell’ottobre 2024 che si sarebbe dovuto tenere presso l’Università di Siena.
Tre occasioni che mostrano una crescente repressione del dissenso e dello spirito critico nelle società e in ambito accademico, specie nella nazione tedesca dove le politiche portate avanti negli ultimi anni da Olaf Scholz (e rinforzate dal nuovo Cancelliere Friedrich Merz) si sono indirizzate verso un significativo rafforzamento del legame tra Berlino e Gerusalemme.

Da sinistra verso destra, l’attore Giuseppe Cederna, Francesca Albanese e la giornalista Francesca Mannocchi


“Dieci persone, dieci storie, dieci domande” – Il racconto dell’evento

Il libro di Francesca Albanese offre al lettore una visione panoramica sulla Palestina attraverso un racconto a metà tra l’analitico e il personale diviso in dieci capitoli, come dieci sono le persone che hanno accompagnato l’autrice negli anni a una maggiore comprensione della Palestina, vissuta “non da attivista, ma da persona che all’inizio vi si è avvicinata con curiosità culturale e, in seguito, con uno sguardo giuridico”.
Persone che
con le loro dieci storie, in alcuni casi, sono arrivate a lasciare un segno importante nella vita di Francesca Albanese.
Dieci persone, dieci storie e, da ultimo,
dieci domande che queste persone “portano in dono” al lettore, domande che la Albanese pone nel suo lavoro attorno a questioni che si intrecciano tra passato, presente e futuro.

Alcune di queste questioni sono state prese in considerazione nel dialogo tra Francesca Mannocchi e Francesca Albanese, come nel successivo dibattito con il pubblico.
Prima tra tutte,
lo stato di “salute” del diritto internazionale che, a dire della giurista italiana, “ha preso un bel colpo in faccia” con l’escalation militare portata avanti da Israele contro la Palestina e il suo popolo. Un massacro che porta quotidianamente al “tradimento del significato stesso delle norme” che codificano il diritto internazionale (oltre a quello umanitario, come dimostrato anche dalle indescrivibili immagini della distribuzione di derrate alimentari portata avanti dalla “sedicente” Gaza Humanitarian Foundation).

Spazio quindi per il tema dell’antisemitismo, quello “presunto” (che “ha imparato a conoscere a caro prezzo”) ma soprattutto quello “vero”, che rappresenta una minaccia per gli stessi ebrei che non si riconoscono nel governo israeliano di Netanyahu e non sostengono le sue azioni, mentre tanto in Israele quanto in ampie parti delle società occidentali emerge con forza l’islamofobia, l’arabofobia e l’odio anti-palestinese (nella stessa Israele quasi il 20% della popolazione di “palestinesi con cittadinanza israeliana” subisce un trattamento ineguale ai sensi delle leggi dello stato).

Il passaggio più difficile al quale assistere nell’incontro di ieri ha riguardato il tema dell’infanzia in Palestina, presentato attraverso lo straziante racconto della breve vita di Hind Rajab, assassinata a soli sei anni dai soldati israeliani il 29 gennaio 2024 mentre con i suoi familiari si trovava in un auto crivellata da oltre trecento colpi sparati dai reparti delle Israel Defense Forces.
“Cosa è l’infanzia in Palestina? Non c’è, lì i bambini sono già adulti”, queste sono state le parole della Albanese a riguardo, lei che nell’estate del 2023 aveva presentato un rapporto alle Nazioni Unite sull’argomento dopo aver intervistato vari bambini provenienti dalla Cisgiordania e dalla Striscia di Gaza dal quale emergeva lo stato di paura costante in cui i minori palestinesi – bambini e adolescenti – vivono ogni giorno.
La paura del proprio arresto, utilizzato come deterrente psicologico (dal 2013 a oggi sono stati arrestati quasi settecento bambini all’anno), la paura di perdere la propria casa – demolita dai bulldozer, dai bombardamenti aerei o dai colpi dei carri armati israeliani – per fare spazio agli insediamenti dei coloni ebrei (il “colonialismo di insediamento”, come lo ha definito la Albanese).

Ma nei racconti presentati al pubblico presente in sala c’è stato spazio anche per la speranza di un cambiamento, un cambiamento dell’opinione pubblica e nell’opinione pubblica che parte dal basso, dalla società civile, da chi “ha il coraggio di schierarsi” e di prendere una posizione netta dinnanzi a quanto sta avvenendo in Palestina, non smettendo di parlarne e di fare scelte consapevoli nel quotidiano.

Autore

Collabora con noi

Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine

Se pensi che Generazione sia il tuo mondo non esitare a contattarci compilando il form qui sotto!

    Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi