Se si cercano su Google e YouTube immagini e video relativi alla crisi degli oppioidi negli Stati Uniti si viene catapultati dentro a un universo apocalittico che stride con l’immagine paradisiaca che la cinematografia mainstream ha costruito degli USA.
I margini delle strade sono abitati da persone che sembrano non avere più il controllo del loro corpo, sdraiate per terra o piegate in due, o ancora altre che camminano barcollanti per le vie delle città, tutti modi diversi per manifestare una dipendenza comune: quella da oppioidi.
La crisi degli oppioidi in sintesi
Siamo nel 1996 quando la casa farmaceutica Purdue Pharma rilascia un nuovo medicinale, l’Oxycontin, un analgesico facente parte della famiglia degli oppioidi che promette di essere una panacea per la sopportazione dei dolori fisici e, soprattutto, di non creare dipendenza. La Purdue Pharma allestisce massicce campagne di marketing, organizza convention, distribuisce gadget customizzati, sguinzaglia rappresentanti di vendita in tutto il Nord America per promuovere questo farmaco e convincere i medici a prescriverlo con meno scrupoli. La campagna è un successo: in soli quattro anni, dal 1996 al 2000, i ricavati delle vendite di Oxycontin passano da 48 mln di dollari a 1 miliardo.
In concomitanza alla diffusione di Oxycontin cominciano a verificarsi sempre più casi di morte per overdose, si passa da 2.9 morti ogni 100.000 persone a 6.8. Questa coincidenza comincia a destare dei sospetti e cominciano a essere fatte, a livello federale, molte pressioni a quei medici che avevano rilasciato senza troppi scrupoli così tante ricette per acquistare Oycontin. La crisi generata dal farmaco aveva però aperto una breccia nella società americana generando dipendenze a catena: chi diventava dipendente da Oxycontin spesso passava all’eroina per godere dello stesso effetto. L’aumento della difficoltà nel reperire le ricette per l’acquisto di farmaci ha generato una seconda crisi, in cui l’eroina ha assunto un ruolo predominante.
L’ingresso del Fentanyl
Il Fentanyl fa il suo ingresso nel mercato delle droghe del Nord America tra il 2013 e il 2014, in corrispondenza di quella che viene definita come la “terza ondata di crisi”. Come l’ossicodone, anche il Fentanyl è un analgesico della famiglia degli oppioidi sviluppato con l’intento di creare un antidolorifico potente. Inoltre, come l’ossicodone, il suo utilizzo principale non è più quello terapeutico ma ricreativo. Quello importato negli Stati Uniti nel 2013 è infatti un Fetanyl prodotto e distribuito illegalmente da Messico e Cina.
La sostanza si è diffusa rapidamente sostituendo l’eroina grazie al suo costo più basso e alla sua intensità maggiore, che l’hanno resa una merce desideratissima nel mercato delle droghe statunitense. Inizialmente i dealer tagliavano eroina e Fentanyl insieme, poi hanno cominciato a venderlo separatamente. La droga ha l’aspetto di una polvere bianca che può essere assunta per via orale, endovenosa, o tramite semplici cerotti che funzionano come quelli alla nicotina. La crisi degli oppioidi, come conferma il Washington Post, è stata ulteriormente aggravata proprio dalla comparsa sul mercato del Fentanyl: nel 2019 il numero di decessi dovuti a consumo di oppioidi si attestava attorno alle 70.000 persone, ma nel 2021 ha raggiunto il numero 100.000, in maggioranza dovuti al consumo di Fentanyl.
Come mai questo tipo di droghe attecchiscono così tanto negli Stati Uniti?
Potrebbe venire da chiedersi come mai queste droghe abbiano attecchito così tanto negli Stati Uniti e in Canada e non in Europa. La domanda, infatti, se la sono posta in molti e alcune ipotesi che possano provare a spiegare questo consistente divario sono state formulate.
In un articolo pubblicato su Il Foglio il 27 novembre 2023, Enrico Bucci, biologo ricercatore, prova a sintetizzare e a dare un ordine alle mille ipotesi che sono state fatte. Se è indubbio il ruolo del marketing aggressivo delle case farmaceutiche nella promozione di antidolorifici è altrettanto vero che a partire dagli anni ‘90, come spiega Bucci, l’attenzione dei medici si sia rivolta non solo alle cure delle malattie, ma anche al miglioramento del trattamento del dolore cronico dei pazienti. Sono qui che entrano in gioco gli antidolorifici, potenziali alleati nell’alleviamento del dolore.
In aggiunta, la prescrizione di antidolorifici sembra essere in linea con il funzionamento del sistema sanitario statunitense. Gli antidolorifici sono spesso economici e forniscono un sollievo immediato, a differenza di altre forme di cura. Non a caso, coloro che sono stati più colpiti dalla crisi degli oppioidi appartengono spesso a classi sociali a rischio o a minoranze etniche, come i neri e gli ispanici.
Quindi, secondo Bucci, l’epidemia di Fentanyl ha avuto una duplice origine: da un lato, c’era un interesse “genuino” da parte dei medici nel cercare rimedi per alleviare il dolore dei pazienti; d’altro canto, le case farmaceutiche hanno approfittato di questo nuovo segmento di mercato, creando una domanda che successivamente è stata sfruttata dal mercato illegale della droga. Questo ha portato da una prima ondata legata a un farmaco disponibile legalmente a una quarta ondata che trae profitto dal commercio illecito.