Uvalde non è un caso isolato: gli USA hanno un problema con le armi

0% Complete

«A well regulated militia being necessary to the security of a free State, the right of the People to keep and bear arms shall not be infringed»:

Una milizia ben organizzata è necessaria alla sicurezza di uno stato libero. Il diritto della popolazione a possedere e portare armi non dovrà essere infranto.

II Emendamento costituzione USA

È tutto scritto qui. Il problema delle stragi nelle scuole, negli ospedali e negli eventi pubblici è nel Secondo Emendamento della Costituzione americana, nel diritto costituzionalmente garantito di portare armi. Un diritto particolarmente sentito da parte dei Padri Fondatori, se lo hanno voluto inserire in un testo che comprende soltanto sette articoli. 

L’ultima strage è stata compiuta, una volta di più, in una scuola: Salvador Ramos, un diciottenne, è entrato in una primaria a Uvalde (Texas) e ha iniziato a sparare, uccidendo 19 bambini e due adulti. Prima di uscire di casa aveva ucciso la nonna. La ventitreesima vittima è proprio lui, Ramos, ucciso dalla polizia. 

L’identikit di questi assassini è sempre lo stesso, da diversi anni a questa parte: persone spesso mentalmente instabili, di solito armate (in tutti i sensi) da futili motivi. Colpisce la leggerezza che contraddistingue queste persone: pochi giorni prima, si era quasi “tradito” a proposito della strage, per fare colpo su una ragazza. Inoltre, su Instagram aveva in galleria, foto con due fucili ricevuti per il suo compleanno. 

Il presidente Biden, in lacrime, dice «è il momento di fare qualcosa, di ritrovare un minimo di spina dorsale in questo Paese». È più facile a dirsi che a farsi, però: già Lyndon Johnson negli anni ’70, aveva dichiarato che bisognava fare qualcosa, perché «le pistole sono la principale causa di morte negli Usa». Poco è cambiato

Le cifre

Nel 2020, il 32% degli americani possedeva un’arma. Proprio così: un cittadino americano su tre è armato. Ma non finisce qui: il 44% dice di avere un familiare che possiede una pistola. I numeri assoluti sono ancora più sconvolgenti: si tratta di 81,4 mln di possessori di armi over 18. Dal computo sono esclusi i minorenni che hanno un’arma per attività come caccia e sport. 

Le immatricolazioni di Armi negli Usa nel 2021 (Fonte: Rielaborazione di Dati Statista per Generazione, Camillo Cantarano)

Come abbiamo visto con Ramos, però, il possessore medio di pistole non si accontenta di averne una: il 2021 National Firearms Survey stima che siano 5 a testa.  Tant’è che gli USA hanno il poco lusinghiero record di 120 pistole per 100 abitanti. Dieci anni fa erano 88. Un fenomeno a maggioranza maschile, ma comunque ben distribuito: 57% uomini, 42% donne. Infine, il numero assoluto di armi è impressionante: 393 milioni di pezzi. 

A livello geografico, pure, c’è una certa equa distribuzione: a sorpresa, il primo Stato per possessori è la democraticissima e progressista California. Tallonata, però, a breve distanza dal Texas (dove la strage di Uvalde ha avuto luogo).

Gli incidenti mortali per armi da fuoco negli USA (Fonte: GunviolenceArchive.org)

Malgrado quello che potremmo pensare istintivamente, non è il Midwest che vota repubblicano la zona col maggior numero di sparatorie mortali: i dati del 2022 del GunViolence Archive (purtroppo consultabili in Italia solo attraverso VPN) vedono la stragrande maggioranza di essi concentrati sulla costa est e sugli stati che danno sul Mar dei Caraibi. Quindi le ex tredici colonie, ma anche Alabama, Louisiana, zona costiera del Texas, Regione dei grandi laghi. Una scia di morte che si “riaccende” sulla costa del Pacifico. Di questi la maggioranza sono suicidi, ma le sparatorie pubbliche sono comunque 213 da inizio anno. I minorenni che hanno perso la vita sono 647 (di questi, 140 avevano meno di 12 anni); i feriti 1593. 

Malgrado gli sforzi di Biden, l’impresa si preannuncia molto difficile: in primo luogo, il tempo è suo nemico. Fra poco ci saranno le elezioni di midterm, e i democratici sembrano destinati a una sconfitta terribile. Persa la maggioranza delle due camere, sarà piuttosto difficile per Biden emanare leggi. 

Inoltre, il problema si scontra con l’ostilità manifesta di diversi governatori: Greg Abbott, del Texas, twittava nel 2015

Vero è che il Texas ha messo un bando sulla vendita di armi d’assalto ai privati cittadini (imitato dalla California). Ma sembra un palliativo, rispetto ai problemi enormi di controllo che ci sono nel Paese.

La stessa California si è opposta anche solo alla pubblicazione dei dati sui possessori di armi. Il governatore Gavin Newson si è messo di traverso, e solo una richiesta formale da parte della magistratura lo ha obbligato a tornare sui suoi passi. Ma non tutti i giudici negli States sono progressisti, a maggior ragione negli Stati a maggioranza repubblicana.

C’è poi una questione da non sottovalutare: i possessori di armi negli Stati Uniti sono più di 80 milioni. In caso si volesse puntare a un bando totale, come si pensa di ritirare le 393 milioni di armi da fuoco in giro per gli USA? Fra l’altro, il possesso di armi, pur essendo bipartisan, ha una forte carica ideologica. In un Paese già polarizzato, un bando o anche una limitazione massiccia, rischierebbe di scatenare una vera guerra civile.

Greg Abbott, governatore del Texas

Un altro problema è la lobby delle armi: tra tre giorni ci sarà la National Riffle Association Conference. Fra le persone chiamate a parlare, c’è Greg Abbott (abbiamo capito che al tipo le armi da fuoco piacciono parecchio) e Donald Trump. Un altro ospite fisso (o quasi), finché la salute glielo permette, è l’attore Clint Eastwood, dotato di una capacità innata di incendiare il palco. Non dobbiamo vederla come una conferenza di esaltati: c’è un bel pezzo di establishment americano ogni anno. Gente che ha influenza mediatica e politica. 

Malgrado la NRA sia la più visibile, non è l’unica associazione che si occupa della difesa dei diritti degli “armaioli”: googlando, ad esempio, si può trovare il sito degli Az-defenders. Si definiscono un gruppo dedito alla difesa dalla criminalità. Il 2 febbraio, hanno pubblicato una “simpatica” mappa, basata sul Gun Friendly Index, un indice che misura quanto in uno Stato americano, il governo sia ben disposto verso i possessori di armi. Per chi se lo stesse chiedendo, il podio è composto da Alaska, Arizona e Wyoming.

E poi, l’elefante nella stanza: Donald Trump. Una legge che disciplini vendita e possesso delle armi sarebbe un traguardo storico. Ma quanto ci metterebbe l’ex tycoon a smantellarla, in caso di vittoria (rischia di essere un trionfo, a vedere i sondaggi) nel 2024?

Armiamoci e partiamo?

E arriviamo al nostro Paese. La nostra legislazione è abbastanza restrittiva sul tema del possesso delle armi. Ciononostante, nel 2020 il rapporto Censis ha mostrato un dato piuttosto inquietante: un italiano su 10 ha una pistola. Questo perché, malgrado tutto, c’è una escamotage nel nostro paese per chi vuole sparare: il brevetto sportivo. Così, il porto d’armi è cresciuto nel solo 2020 del 10%. 

Colpa di chi? Sicuramente di una parte dei media e della politica, che hanno soffiato sul fuoco dell’insicurezza percepita e hanno convinto tanta gente che le nostre città non fossero sicure. 

Matteo Salvini chiede la pace, lo stop all’invio di armi in Ucraina, teme la spirale dentro la quale ci stiamo intrappolando, cita il Papa. Sarebbe bello che si confrontasse con il Matteo Salvini del 2015:

I giornali queste frasi le hanno riprese centinaia di volte. Ma è sempre meglio ricordarle. 

Così come è sempre meglio ricordare la Strage di Macerata e Luca Traini, l’ex candidato della Lega che una mattina si è svegliato e si è messo a sparare per strada, ferendo sei persone e (fortunatamente) non facendo vittime. Prima di essere arrestato, Traini si sarebbe fermato di fronte al monumento ai caduti e avrebbe fatto il saluto romano. Diversi mesi dopo, il suo gesto avrebbe ispirato un’altra strage, quella di Buffalo.

Luca Traini

A volte, pare che tutto questo non sia mai accaduto. La strage di Macerata ce la dimentichiamo, fortunatamente la propaganda armarola di Salvini si è placata, ma un episodio del genere (insieme ai fatti americani) dovrebbe fungere da monito: non sempre potremo essere così fortunati da non avere vittime. 

Autore

Amo il data journalism, la politica internazionale e quella romana, la storia. Odio scrivere bio(s) e aspettare l'autobus. Collaboro saltuariamente con i giornali, ma mooolto saltuariamente

Collabora con noi

Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine Sede di Generazione Magazine

Se pensi che Generazione sia il tuo mondo non esitare a contattarci compilando il form qui sotto!

    Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi