Una sentenza che travolge il mondo politico francese in lenta ripresa dopo le crisi di governo che hanno colpito la Francia: dopo sei mesi di processo e oltre otto anni di indagini, la leader del Rassemblement National Marine Le Pen è stata riconosciuta colpevole oggi dal Tribunale di Parigi dell’accusa di appropriazione indebita di fondi pubblici ed è stata condannata a quattro anni di reclusione (di cui due con la condizionale e due da trascorrere con il braccialetto elettronico), all’ineleggibilità alle cariche pubbliche per cinque anni con effetto immediato e a una multa pari a centomila euro.
Le condanne sono state emesse anche nei confronti del vicepresidente del partito Louis Allot, di nove europarlamentari e dodici assistenti parlamentari, dichiarati a loro volta ineleggibili.
Il partito è stato infine multato di due milioni di euro (di cui uno senza condizionale) e alla confisca di un ulteriore milione di euro.
La condanna emessa oggi, anche in caso di un ricorso in appello (già annunciato dal legale della guida del partito francese), chiude alla Le Pen la possibilità di partecipare alle prossime elezioni presidenziali francesi che si terranno nel 2027.
Stando alla sentenza del tribunale, la Le Pen – che non era in aula al momento della condanna – aveva “un ruolo chiave” alla guida di un sistema che dal 2009 dirottava fondi europei verso le casse del Rassemblement National attraverso la stipula di contratti fittizi con gli assistenti parlamentari e gli stessi europarlamentari.
Immagine di copertina: “Il Palais Bourbon di Parigi, sede dell’Assemblée Nationale.
Fonte immagine: Mbzt/Wikimedia Commons (licenza d’uso CC BY 3.0)”