I contest esistono ancora e aiutano gli emergenti. Quattro chiacchiere con Candida

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I contest di musica live esistono ancora? Sentire parlare di contest a fine anni Novanta, primi Duemila, era cosa molto diffusa. Il fenomeno emergente in Italia della cultura hip hop aveva sdoganato le battle di freestyle, presto diventati dei veri e propri contest trasmessi in TV e sponsorizzati da grandi partner. Anni dopo i contest dedicati ad un altro fenomeno musicale emergente, l’indie, subirono più o meno la stessa istituzionalizzazione. 

Ecco che dei contest sembra restare solo quella forma eccessivamente spettacolarizzata, i talent, oppure qualche forma di “concorso” organizzata sui social media. 

Eppure, se alla domanda precedente vi foste risposti negativamente, avreste sbagliato. I contest esistono ancora, non solo nelle varie forme mediatiche ma anche in live; si svolgono nei locali delle città e offrono l’occasione ad artisti, spesso appena ventenni, di far sentire la propria musica. In loro non si percepisce quel gusto amaro della competizione, ma soltanto tanta voglia di esibirsi e mettere alla prova del pubblico le loro canzoni. 

L’altra sera siamo stati al contest Alpha Art Musica&Cafè, una competizione organizzata dall’associazione Alpha e dal giornale studentesco L’Ateneo, nata con l’obiettivo di riportare la musica in live e di rendere protagonisti i giovani artisti emergenti. Il contest è iniziato lo scorso novembre ed ha visto la partecipazione di diversi artisti, dei quali, ovviamente, soltanto alcuni hanno raggiunto la finale del 3 maggio. 

Martedì al Container di San Lorenzo si sono esibiti nell’ordine: Chiara Silvestris e Gianmarco Hills, Carlotta Nola (in arte Candida), Erik Dorfman, Alessio Alì e Owen Tai Heavy Drug Spillo. Noi di Generazione eravamo lì in giura e abbiamo fatto quattro chiacchiere con Carlotta Nola, in arte Candida. 

Ciao Carlotta, sei soddisfatta della tua esibizione?

Decisamente, è stata un’esperienza fantastica. La vera opportunità è stata cantare di fronte ad un pubblico numeroso e soprattutto della mia età. In fondo il vero giudice è il pubblico e vedere tutti veramente coinvolti in ciò che cantavo è stato emozionante. Significa che forse quello che faccio può avere un riscontro negli altri.

Parlaci un po’ di te.

Mi chiamo Carlotta Nola, in arte Candida. In realtà il mio nome d’arte è anche il mio secondo nome a cui ho attribuito la mia parte artistica. Ho 19 anni e mentre coltivo la mia passione per la musica, studio Economia al primo anno di università. La musica è sempre al primo posto ovviamente. 

E della tua musica. Ho letto che suoni molti strumenti.

Sì è vero, ho iniziato a suonare la chitarra a 7 anni e il pianoforte a 10. Successivamente ho scoperto di poter cantare (perché a quanto dicevano avevo una bella voce) e ho iniziato a scrivere i miei testi. Quando ho iniziato a scrivere ho scoperto la vera bellezza della musica: poter parlare delle mie esperienze e delle mie emozioni attraverso qualcosa che va ben oltre le semplici parole.

Le tue canzoni mi hanno ricordato un qualcosa di Levante. Ci sono degli artisti a cui ti ispiri?

Levante ci può stare, ha una grande forza. I miei modelli sono due artisti stranieri: Ed Sheeran e John Mayer. Mi piace il loro modo di fare musica e di approcciarsi alle canzoni rendendo tutto armonioso, di qualità e di grande successo. Mi piacerebbe che un giorno quel loro modo di suonare e di scrivere si potesse riscontrare in un volto femminile. 

Immagino che per un’emergente cantare davanti ad un pubblico sia anche un’occasione per mettere alla prova sé stessi e le proprie canzoni. 

Sì assolutamente! Come ho detto prima, il pubblico è il vero giudice. Le tue canzoni possono anche essere scritte nella maniera migliore possibile ma se non piacciono vuol dire che hai sbagliato qualcosa. È bello tornare a fare musica dal vivo dopo questi due anni di pandemia che abbiamo vissuto. È stato difficile continuare a fare musica senza farsi ascoltare, soprattutto per noi emergenti.

Merlot, infatti, era un inedito. Mentre Corso Tri(e)ste è il tuo primo pezzo edito che sta andando molto bene su Spotify. 

Merlot è uno dei pezzi a cui sono più legata, è stato scritto di getto in una serata ed è rimasto così da allora: chitarra e voce. Corso Tri(e)ste, invece, è il mio primo singolo e apripista, per così dire, del mio progetto musicale: un pezzo fresco e vivace che vuole far ballare e divertire.

Che farai in futuro?

Continuerò a fare musica, penso che mi affaccerò a concorsi importanti come Sanremo con l’umiltà di trarre l’esperienza piuttosto che un vero e proprio risultato. Questa estate usciranno altri singoli e girerò l’Italia per alcuni concorsi con l’obbiettivo di farmi conoscere e conoscere quante più persone possibili. 

Sai già se suonerai prossimamente?

In questo periodo sono spesso in studio di registrazione, sto lavorando ai pezzi che usciranno più in là. Sono in una fase creativa più che di spettacolo ma sicuro ci saranno occasioni da non perdere. 

Autore

Matteo Fantozzi

Matteo Fantozzi

Direttore Responsabile

Matteo, classe 1997. Non avevo mai provato il disagio di creare una bio finché non ho dovuto scrivere la mia. Se ti dico qualcosa, credimi. Non sono un bugiardo e non voglio fare il giornalista.

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