Anche le donne fanno la storia!

Strano ma vero, non sono stati soltanto gli uomini i protagonisti dei grandi movimenti rivoluzionari, di resistenza o progressisti della storia.

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«Accanto a un grande uomo c’è sempre una grande donna». Quante volte ci siamo sentite ripetere queste parole? Eppure oggi siamo qui per dire: non è vero! Non è vero che una grande donna è sempre stata accanto ad un grande uomo. Ci sono state grandi donne vedove, lesbiche, transessuali, queer, single, sposate, divorziate che hanno fatto la storia. Da sole. È questo che vogliamo ricordare per l’8 marzo, il giorno delle donne.

Da Costanza D’Altavilla a Maria di Nazareth, da Rosa Luxemburg a Giovanna D’Arco, da Margherita Hack a Hannah Arendt. Le donne sono in grado di lottare. Sono in grado di lottare, da sole. Elisabetta I, sesta e ultima monarca della dinastia dei Tudor, fu a capo di un regno lungo, di straordinaria fioritura artistica e culturale. Artemisia Gentileschi, durante la prima metà del 1600, fu pittrice presso la scuola caravaggesca di Roma e fu una delle più grandi artiste del XVII secolo, quando ancora le arti figurative venivano considerate propriamente “maschili”. Jenny von Westphalen revisionò insieme a Karl Marx il Manifesto del Partito Comunista, aiutandolo nella rielaborazione di gran parte dei suoi manoscritti.

Maria Maddalena in estasi, Artemisia Gentileschi, 1620 circa

Sono state circa settantamila (e forse anche di più) le donne che hanno partecipato alla Resistenza in Italia dopo il 1943, eppure se oggi pensiamo ai grandi atti di eroismo storico partigiano non ci viene in mente altro che un qualcosa da associare alla virilità maschile. Come spiega Simona Lunadei:

Dopo la fine della guerra, direi a partire dal 1948, c’è stato una specie di silenzio generale sulla resistenza femminile […] perché si cercò di normalizzare il ruolo delle donne, che proprio durante la guerra avevano sperimentato un’emancipazione di fatto dai ruoli tradizionali.

Un ruolo scomodo, dunque, che dopo la guerra doveva tornare alla sua “naturale” funzione. Fu questo che cercarono di fare i patres familiarum degli anni ’60: riportare al patriarcato gerarchico, precedente alla guerra, quella che ormai era una società profondamente mutata.

È così che nasce il ’68 e che nascono tutti i movimenti degli anni ’70. È così che nasciamo noi. Donne del 2021. Figlie di rivolte non solo femministe ma soprattutto femminili, azioni storiche che si sono giocate spesso nell’ombra, ma che hanno costellato delle loro tracce tutta l’esistenza umana.

Forse la storia non ci è mai stata raccontata così, forse la storiografia è stata essa stessa, il più delle volte, dipinta dagli uomini. Eppure oggi, ora, sappiamo che ci sono dei silenzi che non possono più essere taciuti: la storia è anche donna!

Autore

Maria Chiara Cicolani

Maria Chiara Cicolani

Vice Direttrice

Mi sono laureata in Filosofia a Roma. Ho vissuto per un po’ tra i fiordi norvegesi di Bergen e prima di questa esperienza mi reputavo meteoropatica, ora non più. Mi piace la montagna, ma un po’ anche il mare. Il mio romanzo preferito è il Manifesto del Partito Comunista e amo raccontare le storie.

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